Draghi: una persona educata a capo del Governo

mercoledì 26 maggio 2021


Educato, preciso, attento, intelligente e anche molto ironico. In una parola una persona educata e di pregio. Cioè squisita. Tutto questo viene immediatamente in mente sentendo parlare Mario Draghi. Ed era la stessa cosa pure ai tempi in cui lo si sentiva molto più raramente in qualità di presidente della Banca centrale europea. Inoltre, questa circostanza si coniuga, anzi si innesta, con la assoluta apparente mancanza di arroganza, presunzione e snobismo.

Liberi a questo punto di credere che io abbia interessi reconditi – me ne posso rendere conto visto il giornalismo in Italia – in tutta questa sviolinata. Chi mi conosce, però, sa che sono al di sopra di ogni sospetto in questo settore, quello dell’arrivismo sgomitante. Sia come sia, che ci crediate o no questa è esattamente l’emozione “semantica” che dà, almeno a me, la comunicazione di Mario Draghi e quella intrinseca al suo modo di governare. Dopo anni se non decenni di persone sopra le righe, quando non di mezzi matti, Masanielli, borgatari, ultras da stadio, tricoteuses da patibolo e tanti ma tanti infingardi e azzeccagarbugli di ogni tipo – con esperti della comunicazione a seguito ancora peggio di loro – è quasi musica per le orecchie di un qualsivoglia modesto amante dell’arte, della cultura e della sapienza, sentire palare in maniera così calma e decisa un uomo di Stato.

Poca retorica, parole precise e non neologismi vomitevoli come “resilienza” (anche se ci sta un piano che inopinatamente si chiama così e tocca anche a Draghi così nominarlo, per forza) poco piagnisteo, poche minacce ai furbetti, poche idiozie di moda o di repertorio. È tutto all’osso. Come nella risposta alla domanda sulla sua mediazione per il problema dei licenziamenti post pandemici. Avanzatagli nella conferenza stampa tenutasi subito dopo la riunione europea causata dal dirottamento da parte del regime bielorusso ai danni di un aereo della Ryanair che portava in una rotta europea – da Atene a Vilnius – un blogger locale considerato un nemico in quanto oppositore e dissidente. Draghi ha detto due parole in croce: “C’era chi premeva per una ripresa totale dei licenziamenti e chi per un blocco a oltranza, alla fine abbiamo trovato una mediazione che regge e che consiste nel lasciar liberi di licenziare solo quelli che non prendono la cassa integrazione gratuita dallo Stato”.

“Allo stesso momento – ha precisato – lasciandola gratuita fino a tutto ottobre diamo il segnale alle aziende di non licenziare e di giovarsi dell’aiuto dello Stato”. Ecco non c’era altro da dire ma se lo avesse dovuto spiegare uno come Giuseppe Conte, per restare a esempi a noi purtroppo ancora vicini, avrebbe cominciato a mezzanotte la conferenza stampa e ci avrebbe messo mezz’ora a rispondere. E lo avrebbe fatto infarcendo il discorso di slogan e condendolo con ampi auto-elogi. Draghi è un signore intelligente e molto capace. Esattamente come appare ictu oculi. Conte pure è quel che è e che sembra: un presuntuoso avvocato del popolo. Anzi del “popolino”.


di Dimitri Buffa