Arresto degli ex terroristi, alcune riflessioni

venerdì 30 aprile 2021


Il giorno dopo, solitamente, è quello in cui affiorano i ripensamenti, le perplessità che incrinano certezze a volte frettolosamente consolidatesi. Per scongiurare decisioni sbagliate, è mia abitudine rinviare al mattino successivo ogni giudizio: la notte, si sa, porta consiglio. Oggi, però, la penso esattamente come ieri. Una notte trascorsa quasi in bianco non mi ha indotto a cambiare opinione. Semmai, l’ha rafforzata.

Li hanno presi dopo 40 anni in forza di sentenze irrevocabili alla cui esecuzione si erano sottratti. Maliziosamente, qualcuno fa notare che il tempo trascorso determina la punizione di persone ormai del tutto diverse. Due errori: uno di presunzione, l’altro giuridico.

Il primo. Che siano cambiati non è accertato, ma meramente presunto; come non è accertato – cosa impossibile – in che cosa siano cambiati.

Il secondo. Non dimentichiamo che furono giudicati in tempi (ritenuti) accettabili. Sono dei condannati, non dei presunti non colpevoli. La pena non è estinta.

Il terzo punto, quello decisivo. Sono gli artefici della situazione in cui si trovano. Sono scappati. L’inerzia della Francia non incide sulla legittimità della richiesta italiana. Semmai, pone interrogativi sulla politica transalpina. Interrogativi che non riguardano, però, gli estradandi e che non scalfiscono la legittimità della richiesta di consegna avanzata dall’Italia.

Ora viene il bello. Adriano Sofri chiede che cosa ce (lo Stato) ne faremo di questi poveri anziani malandati. Che domanda è mai questa? Che cosa significa?

Intanto, se consegnati (cosa ancora non avvenuta), si darà esecuzione a sentenze irrevocabili, come sempre e come doveroso. Come per tutti, insomma. In secondo luogo, la cattura di questi compagni (che hanno sbagliato) non è un atto politico connotato da finalità più o meno nobili, ma la pratica attuazione di un libro del codice, cioè della legge.

I magistrati di sorveglianza, se i loro colleghi francesi e il governo d’Oltralpe li consegneranno, valuteranno se ci sono le condizioni per trattenerli in carcere.

Tutto il resto è fuffa: ideologia nostalgica di chi, verso gli eccessi di questa parte politica, ha sempre mostrato una sorta di romantica comprensione, negata ad altri.

Non ho detto una sola parola sulle vittime. Giusto. Non tocca a loro eseguire le sentenze.

Come non spetta a Sofri comparare l’arresto di alcune persone, già libere (!), alla conquista della Prefettura di Milano.


di Mauro Anetrini