Dottrina Mitterrand e i soliti sospetti

giovedì 29 aprile 2021


La cosiddetta “dottrina Mitterrand” (dove l’esclusione dei delitti di sangue è rimasta sempre un flatus vocis) aveva due implicazioni inaccettabili e gravemente offensive e lesive per la dignità e l’onore stesso dell’Italia come Paese sovrano e democratico. La prima è che negli Anni di piombo in Italia ci sarebbe stata una guerra civile e quindi che i terroristi non sarebbero stati dei delinquenti comuni, ma avrebbero avuto una qualche legittimazione politica che induceva la Francia a proteggerli come rifugiati politici. La seconda è che la magistratura italiana avrebbe emesso contro di loro delle sentenze politiche e pertanto sospette sotto il profilo della legittimità formale e sostanziale.

Il fatto che la diplomazia italiana (intendo soprattutto i ministri degli Esteri che in questi decenni si sono succeduti) non abbia posto la questione come pregiudiziale per la continuazione di normali relazioni diplomatiche con la Francia, è anche più grave della dottrina Mitterrand stessa, dato che ha significato una corrività italiana con i presupposti di quest’ultima. Questa corrività ha dato luogo anche a sospetti, diffusi tanto in Francia, quanto in Italia, che i governi italiani (e molti influenti intellettuali italiani – come molti francesi – conniventi con l’ideologia dei terroristi) non fossero veramente interessati ad un’estradizione di quei delinquenti. Il che è ancora più vergognoso.


di Lucio Leante