Occupare le case è un obbrobrio italiano

venerdì 23 aprile 2021


La battaglia contro gli occupanti degl’immobili altrui è sacrosanta, perché non riguarda solo la legalità ma la civiltà. Senza il rispetto delle leggi sulla proprietà, accade proprio quello che meritoriamente denunciano Mario Giordano in televisione e qualche giornale, sebbene solo in cronaca, talvolta nera. Vorrei che i media ne facessero una campagna martellante e continua. Non si insiste mai abbastanza sul fatto che sono in vigore le norme che impongono alla polizia giudiziaria e alla procura della Repubblica l’obbligo di intervenire “affinché i reati in atto non siano portati a più gravi conseguenze”. Invece capita di vedere decine di episodi in cui tal genere di reati viene perpetrato in diretta televisiva, sotto gli occhi attoniti delle vittime.

L’inerzia della polizia giudiziaria e delle procure della Repubblica, per quanto già in sé colposa, deriva soprattutto dal potere politico, intriso a destra, centro, sinistra di ciò che, da vecchio liberale, chiamo “pregiudizio anti-proprietario”. Nei Paesi civili “la casa è il castello del proprietario”, non la sua prigione come può succedere da noi. La violazione di domicilio, seguita dall’occupazione stabile della proprietà altrui, condita di minacce e violenze al proprietario, costituisce un obbrobrio tutto italiano che non si giustifica e non si comprende, se non alla luce di falsi argomenti giuridici, mentre le discolpe della violenza si sprecano. Che fa la signora Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno, prefetto della Repubblica? Che fa la signora Marta Cartabia, ministra della Giustizia, ex presidente della Corte costituzionale? Sentiamo spesso che più donne al governo sono indispensabili per cambiare la politica. Allora la cambino. Dimostrino di essere migliori dei predecessori.

Come non vedere che l’illegale, violento e clandestino, impossessamento degli immobili nella disponibilità dei proprietari mina la pubblica fede e l’ordine giuridico? Come non vedere che l’occupazione costituisce un illecito contro la giustizia che lo “Stato di diritto” è tenuto a presidiare? La pena che ogni persona civile prova di fronte a concittadini lasciati soli, allo sbando, senza la protezione della legge e pure irrisi dai delinquenti che li hanno “espropriati” e sembrano loro tutelati anziché i legittimi proprietari; ebbene questa pena è seconda solo a quella delle vittime del sopruso. Le autorità politiche e giudiziarie non solo fanno spallucce di fronte ai casi che si presentano, intervenendo quasi sempre con inescusabili ritardi, talvolta con un assurdo bilanciamento di interessi presuntamente protetti, come fossero equivalenti, mentre l’uno è legale e l’altro delinquenziale, ma sembrano sottovalutare che il lassismo ha effetti criminogeni in quanto incentiva analoghi reati per imitazione sociale. L’impunità premia e amplifica l’illegalità.

Gli occupanti sono inescusabili. Non possono accampare né diritti né pretesti. L’occupazione illegale è un reato odioso che, essendo intollerabile, viola pure la dignità delle vittime, che subiscono incolpevolmente il danno e la beffa.


di Pietro Di Muccio de Quattro