Cingolani alla Transizione ecologica: nomina politica, non tecnica

martedì 16 febbraio 2021


La nomina di Roberto Cingolani a ministro per la Transizione ecologica viene da tutti i media definita “tecnica” solo perché egli è un professore di Fisica sperimentale ed un molto autorevole tecnologo in materie come la robotica, l’intelligenza artificiale, le nanotecnologie. Ma la sua nomina alla Transizione ecologica deve considerarsi una rispettabile nomina improntata a ragioni soprattutto politiche, e solo subordinatamente tecniche. E non solo perché le sue competenze non sono direttamente ecologiche, ma soprattutto perché Cingolani sposa la tesi (politica, e non scientifica né tecnica) dell’origine antropica del riscaldamento globale e il conseguente obbiettivo di “emissioni zero” (di anidride carbonica). Egli mette le sue indiscusse competenze tecniche al servizio di questa opzione politica. Si dirà: ma questa è anche l’opzione politica, dell’Onu e della Commissione dell’Unione europea da quando suo presidente è Ursula von der Leyen. Ed è quindi, anche quella del nuovo Governo italiano presieduto da Mario Draghi. Appunto. Parliamo di opzioni politiche sia pure oggi maggioritarie, tanto da essere divenute parte del senso comune globale e persino protette da quel pensiero unico che è il “politicamente corretto”. Insomma: la nomina di Cingolani può essere considerata eminentemente tecnica solo da chi considera l’opzione politica, dell’origine antropica, una verità scientifica e quella delle “emissioni zero entro il 2050” una opzione altrettanto politica discendente da quella, come fossero verità incontrovertibili. Ma tali non sono.

La comunità scientifica è infatti divisa e tuttaltro che “unanime” in materia – come invece sostiene lIpcc (Intergovernmental panel on climate change, l’Istituto dell’Onu, teoricamente tecnico-scientifico, ma in realtà molto orientato politicamente) – e come, sulla sua scia, ritengono anche il mainstream europeo e quello italiano. Molti scienziati sanno bene che lorigine antropica del riscaldamento globale è lungi dallessere scientificamente provata. Lo dimostra la petizione (caduta nell’oblio della stampa italiana) che circa 200 scienziati italiani due anni fa inviarono a Sergio Mattarella, in cui smentivano documentatamente il dogma dellorigine antropica del riscaldamento globale. Tra quegli scienziati scettici c’erano e ci sono – ricordo – il premio Nobel, Carlo Rubbia, il fisico dellantimateria, Antonino Zichichi e il massimo climatologo italiano, Franco Prodi (fratello di Romano).

Al fine di definire prevalentemente politica la sua nomina non è tanto rilevante il fatto che Cingolani abbia frequentato molto negli anni gli ambienti politici, tra cui le Leopolde renziane e i convegni di Comunione e Liberazione a Rimini; né il fatto che l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova di cui è stato direttore scientifico nei suoi 16 anni di vita abbia ricevuto – secondo il Fatto quotidiano, “grazie alla politica” – finanziamenti per oltre un miliardo di euro. La sua nomina è da considerarsi politica da chi ancora è capace di distinguere tra la verità maggioritaria politicamente corretta e la verità scientifica.


di Lucio Leante