mercoledì 10 febbraio 2021
Non c’è solo un trasformismo dei politici. Ce n’è anche uno dei giornalisti. Molti “sostenitori” di Giuseppe Conte e del suo Governo, in un baleno, si sono trasformati in draghisti convinti sin dalla nascita. Scoprono, oggi, che il Governo Conte è stato – per assenza totale di riforme utili e investimenti produttivi, oltre che per dissipazione di risorse pubbliche – “il peggiore della Repubblica” (ma Matteo Renzi, aggiungono con ferrea logica, è comunque stato un avventurista a disarcionarlo!).
Molti giornalisti e grandi media ci informano oggi – come fosse una cosa sempre denunciata da loro – che Conte, Roberto Gualtieri, Domenico Arcuri e compagni, in un anno, hanno scialacquato allegramente risorse pubbliche per 140 miliardi in sussidi a pioggia, monopattini, banchi con rotelle, ridicole primule per le vaccinazioni, mascherine, tamponi, vaccini, siringhe strapagate, regalìe e mance ai loro elettori.
Ci informano, oggi, che la legge di bilancio approvata a fine anno di fretta e di furia, in extremis, ha rappresentato il più immondo assalto alla diligenza della storia italiana. Scoprono tutto questo, ma non dicono dove fossero e cosa scrivessero, mentre tutte queste cose accadevano. Guardavano da un’altra parte? E dove? Non sono gli stessi, forse, che raccontavano di un certo “modello italiano” nella lotta alla pandemia e che definivano il Governo Conte come “il migliore dei governi possibili”? Non accusavano, forse, di connivenze con il sovranismo chi quelle cose le scriveva mentre accadevano?
di Lucio Leante