I campioni delle chiusure insensate

martedì 9 febbraio 2021


Abitando da tempo nella civile Perugia, dopo un anno di impressionanti chiusure che sono servite solo a distruggere la socialità, l’istruzione e l’economia, mi ritrovo ancora una volta agli arresti domiciliari. Una misura insensata, presa di concerto con i talebani del ministero della Salute, dalla presidente leghista della Regione Umbria, Donatella Tesei. Il provvedimento è stato giustificato da questa ennesima campionessa dello “state tutti a casa” non con una improvvisa emergenza ospedaliera, bensì con la scoperta di alcuni modestissimi focolai di presunte varianti inglesi e brasiliane del Sars-Cov-2. Varianti che allo stato non sembrano determinare una malattia più grave, mentre si suppone, senza ancora un riscontro scientifico, che siano solo più contagiose. Ebbene, su questo presupposto, che per ora riguarda una ventina di soggetti in tutta l’Umbria, la Tesei ha deciso due settimane di zona rossa per l’intera provincia di Perugia e altri comuni sparsi della provincia di Terni.

A tal proposito, alcuni miei amici medici, che ovviamente non si sono fatti abbindolare dalla comunicazione terroristica, che continua a bombardare il Paese, mi fanno notare che chiudendo ancora una volta le persone in casa si ottiene esattamente l’effetto contrario. In sostanza, le stesse persone, non potendo incontrarsi all’aperto, non fanno altro che vivere in clandestinità e al chiuso la loro residua vita sociale, creando una autostrada alla diffusione del virus. D’altro canto, così come accadeva in America nell’epoca del proibizionismo, la natura umana trova sempre una via per scavalcare le norme insensate di chi ritiene di regolare, attraverso una norma, gli aspetti più privati degli individui.

Nella fattispecie, in un Paese normale – e noi da tempo abbiamo cessato di esserlo – chi amministra una Regione, di fronte ai rischi molto teorici di un qualcosa che ancora non si conosce bene, avrebbe il dovere di informare i cittadini, esortandoli ad aumentare le attenzioni e le precauzioni. Invece la nostra eroina di centrodestra, che pare non aver proprio seguito la marcata linea aperturista del suo leader di partito, Matteo Salvini, preferisce – come si suol dire – gettare il bambino con l’acqua sporca, condannandoci a languire nelle nostre case. Io proprio non ci sto.


di Claudio Romiti