Nota a margine: un piano “B” per Mario Draghi

venerdì 5 febbraio 2021


Pare scontato che Mario Draghi (basta la parola!) formerà il nuovo governo. Con chi e come, è meno scontato. Le priorità programmatiche sono note e comuni, almeno quelle urgentissime: vaccinazioni e piano di rinascita. Che un governo Draghi sia ineluttabile, nelle condizioni date, dipende dal fatto che il fallimento del tentativo provocherebbe uno sconquasso politico ed economico, interno e internazionale, da mettere davvero a rischio la sicurezza della nazione. Quindi il governo Draghi è da considerare a tutti gli effetti un governo necessitato, caratteristica più unica che rara. In conclusione: il governo si farà; con quale maggioranza non si sa; per i ministri si vedrà, dipenderanno dalla maggioranza e viceversa.

Incertissima rimane la durata del governo che verrà. Anche perché l’emergenza sanitaria ed economica con la formazione e l’avvio del nuovo esecutivo vanno ad intrecciarsi in sequenza con l’inizio del semestre bianco e l’impossibilità di sciogliere le Camere, con l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, con la fine regolare della legislatura. Questo intreccio potrebbe favorire la vitalità e la navigazione del governo Draghi come pure sottoporlo a tensioni distruttive. Inoltre, pone il presidente Draghi, malgré lui, al centro di un tiro alla fune delle forze politiche, dal quale non riuscirà a proteggerlo del tutto neppure la sua meritata fama di demiurgo.

Il piano “B” del governo Draghi, che dovrebbe scattare se egli s’accorgesse che dopo i cento giorni della luna di miele cominciasse ad affiorare il fiele degli insoddisfatti, potrebbe consistere nel mettere al sicuro, con leggi, regolamenti, provvedimenti, i punti indifferibili del programma, facendone l’oggetto di un dichiarato scambio politico. “Signori riluttanti, malpancisti, irresoluti – dovrebbe dire ai parlamentari – voi approvate la mia impostazione dei punti prioritari e mi fate governare il tempo necessario a realizzarli o ad avviarne in modo irreversibile la realizzazione, e io vi prometto di dimettermi prima dell’inizio del semestre bianco, in tempo utile affinché il presidente Sergio Mattarellain limine potestatis” sciolga il Parlamento ed indìca le elezioni generali per l’autunno, quando si spera che le condizioni italiane siano più confacenti alla campagna elettorale e alle votazioni”. Una coda di questo piano “B” sarebbe anche che Mario Draghi, se avesse meritato anche agli occhi dei parlamentari come ha già meritato agli occhi degl’Italiani semplicemente per aver accettato di governare una disastrosa realtà, potrebbe essere eletto al Quirinale con pieno merito.

Sperando nel piano “A”, cioè che Mario Draghi governi per la restante legislatura, tuttavia il piano “B”, verificandosene le condizioni, avrebbe il pregio di riportare alla luce del sole la lotta politica e di rifondarla sulla lealtà nella contesa per il potere.


di Pietro Di Muccio de Quattro