lunedì 1 febbraio 2021
La scelta compiuta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di dare un mandato esplorativo al presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, è stata una mossa da persona di sostanza quale è, per nostra fortuna viene da aggiungere. In pratica, con questa decisione ha posto le basi per far intendere, a chi di dovere, che se la politica non sarà in grado, in breve tempo, di trovare un nome sul quale far convergere una maggioranza politica certa, e non brancaleonica, il Colle senza indugi è pronto a dipanare la complicata matassa conferendo l’incarico ad una figura al di fuori degli schemi in campo, dando così vita ad un Governo istituzionale. Per usare un gergo in voga tra i giovani, parafrasando il nome dell’assegnatario del mandato, Roberto Fico, possiamo asserire che il Quirinale ha fatto una vera “Ficata”. Sì, proprio così, come voler dire: attenti, tra i due litiganti il terzo gode, questo sembra essere stato il monito lanciato sottotraccia.
Chi di certo non ha buoni motivi di rallegrarsi, invece, sono proprio i cittadini italiani, che se le cose dovessero andare per davvero in questa direzione assisterebbero, ancora una volta, come spettatori inermi all’amara conferma di una vera e propria assenza della politica, palesemente dimostrata da chi, questa, aveva il recondito intento di cambiarla, ogni allusione è puramente casuale. Per fortuna che, come si accennava prima, abbiamo un presidente della Repubblica saggio, attento alla Costituzione, scevro da qualunque protagonismo, una figura colma di autorevolezza che, in un momento così complicato per l’Italia, sicuramente saprà redimere la condizione negativa nella quale la maggioranza relativa si è ficcata. Al momento, però, il cerino è nelle mani del presidente della Camera, che si ritrova nella infelice condizione di dimostrare che il suo operato non sia valso un “fico” secco, cioè nulla. A pensarci bene, dato che questi è un esponente del M5S, sarebbe stato interessante e coerente con i loro principi – che fine abbiano fatto non è dato saperlo – far assistere, tramite il loro tanto amato streaming, gli italiani a queste riunioni, come del resto pretesero e ottennero all’epoca, dapprima con Pier Luigi Bersani, poi con Matteo Renzi, ma si sa con i Cinque Stelle, tralasciando la congruenza, esistono due pesi e due misure.
Il percorso, senza ombra di dubbio, è tutto in salita, Italia Viva vuole essere sicura che se dovesse rinascere la stessa maggioranza del Governo Conte 2, con un leggero allargamento, non vi siano ostacoli di alcuna sorta nell’attuazione del programma che si andrà a stilare, un impegno formale sui contenuti con priorità Recovery, Mes, economia e giustizia, mentre l’incognita del premier sembra passare in secondo ordine. Comunque, anche se al momento accantonato – per modo di dire, la verità è ben altra – quello del capo del Governo rimane uno scoglio duro da superare, ma qui entra in gioco la tattica, è a quanto pare alla prova dei fatti, Matteo Renzi in questa si è dimostrato parecchio abile, liquidando la questione premier con: “eccessiva personalizzazione, il problema è il futuro del Paese”. Per tale motivo, appare quanto mai precoce l’entusiasta dichiarazione esternata, ieri in serata, da Danilo Toninelli (M5s), in cui annunciava al mondo: “Ci siamo. Abbiamo sventato l’agguato a Giuseppe Conte, che rimane in partita. Il Movimento 5 Stelle è nato per fare cose straordinarie. E il momento è adesso”.
A queste parole vien subito da sé pensare che la prudenza, in questi casi, non sia mai troppa, ci si augura per lui che quanto dichiarato sia profetico e che i giorni a seguire gli diano ragione altrimenti, a malincuore per l’esponente pentastellato, si tratterebbe di aver perso una ulteriore occasione per stare in silenzio e attendere sensatamente gli eventi. Su un fatto, invece, non si può dissentire, su quanto affermato dallo stesso Toninelli, che i Cinque Stelle siano nati per fare cose straordinarie, è vero, molti italiani li hanno votati, è fuori discussione, ma non si può escludere che lo abbiano fatto nella convinzione di un cambiamento, una sorta di ventata di area nuova e neanche può essere esclusa l’ipotesi che un’altra parte, invece, li abbia votati per protesta e non per convinzione. In tutto ciò un dato comunque è inconfutabile, al di là delle ipotesi. Le cose straordinarie le hanno fatte, è palese, sono riusciti a cancellare tutti i principi per i quali erano nati, con notevole straordinarietà. Pur di rimanere aggrappati al potere sono riusciti a dire tutto e il contrario di tutto, sono riusciti persino nell’intento di applicare ciò che contestavano: la politica dei due forni. Dapprima con la Lega e poi, pur di rimanere abbarbicati alla poltrona, con il Partito Democratico. Adesso la meraviglia delle meraviglie non sono tanto i Cinque Stelle, ma la Lega ed il Pd che ci sono andati dietro. “Chi è più stupido Carnevale o chi lo segue?”.
di Alessandro Cicero