Ci è rimasta solo la “Zuppa”

giovedì 7 gennaio 2021


Dunque, come ampiamente previsto da chi conosce i suoi polli, il Governo della paura sta rilanciando la sua linea di restrizioni anche dopo averci fatto passare il peggior Natale della nostra vita. E lo sta facendo in un confuso marasma di annunci, di modifiche e di contro-modifiche (quella relativa alle zone gialle rafforzate è magnifica) con il quale risulta assai difficile districarsi.

Ora, dopo quasi un anno vissuto all’insegna di un durissimo regime sanitario che, repetita iuvant, i numeri della pandemia non giustificano affatto, nel mondo dell’informazione sono ancora ben poche le persone autorevoli che si oppongono ad una narrazione folle che sta contribuendo a portare il Paese nell’inferno del sottosviluppo, non solo economico.

Tra questi spicca per coerenza e determinazione Nicola Porro il quale, attraverso le sue seguitissime “Zuppe” mattutine, sostiene sin dall’inizio di questa tragedia – prima che sanitaria – politica, sociale ed economica, il vessillo delle libertà costituzionali.

Chi ha la fortuna o sfortuna, a seconda del punto di vista, di frequentarmi sa bene che non sono uso alle facili adulazioni. Tuttavia, non faccio fatica ad ammettere che soprattutto nei giorni più bui del lunghissimo confinamento in casa della scorsa primavera, le citate “Zuppe” hanno rappresentato per me, e credo per moltissime altre persone, un breve ma significativo sollievo quotidiano. Un squarcio di buon senso nell’ambito di un panorama giornalistico quasi completamente sdraiato sulle posizioni terrorizzanti di chi ha deciso di contrastare una malattia dalla bassa letalità – il 99,7 per cento di chi la contrae sopravvive – con il blocco di buona parte dell’economia e con gli arresti domiciliari di massa.

Al pari di altri amici che condividono le mie crescenti perplessità circa le misure dittatoriali del Governo Conte, mi sembra incredibile che, al di fuori delle citate “Zuppe” e di qualche altro coraggioso quotidiano di area liberale, continui ad imperversare quello che lo stesso Porro ha efficacemente definito come il giornale unico del virus, con tutta la sua devastante informazione del terrore, se così vogliamo definirla.

D’altro canto, a ben pensarci, se ai vertici del sistema politico sono arrivate persone a cui personalmente non affiderei neppure la gestione della bocciofila del mio quartiere, forse non è poi così assurdo che ad un Paese che si definisce avanzato non restino che le “Zuppe” e poco altro per ascoltare e leggere qualcosa di ragionevole sulla pandemia di follia in atto. Povera Italia.


di Claudio Romiti