Lettera a Esterino Montino, sindaco

sabato 19 dicembre 2020


Risulta che in questi giorni l’assessore alla Scuola del Comune di Fiumicino, Paolo Calicchio, con specifica ordinanza abbia comunicato agli istituti scolastici del territorio l’avvio dell’iniziativa “Natale da Star” che mira alla realizzazione di un video di auguri formato da filmati di bambini che cantano brani natalizi ma “senza riferimenti religiosi”. Di fatto non sarà possibile menzionare il nome di Gesù e tanto meno la Sua nascita, al fine di non offendere gli appartenenti ad altre religioni. L’improvvida lettera è stata sicuramente approvata da Ella che del Comune è il Sindaco.

Si legge nel Suo profilo che prima di approdare alla sedia di primo cittadino di Fiumicino Lei ha ricoperto numerosi incarichi pubblici, financo il senatore, e che ha un diploma da enologo, titolo il cui conseguimento avrà di certo comportato la lettura di qualche libro. Il punto è questo. Chi ancora ritiene di offendere il mondo islamico per il fatto di celebrare la nascita di Gesù denota invece di essere all’oscuro dei più elementari rudimenti culturali, indispensabili per chi vuole guidare una comunità. Come da buon enologo saprà che eccellenti vini arrivano da Paesi islamici apparentemente estranei alla cultura vitivinicola quali Tunisia, Algeria o Giordania così deve imparare e ben assimilare – anche per non far ridere i nostri ospiti islamici – che nella maggior parte dei Paesi musulmani il Natale è festeggiato come festa nazionale in quanto il Corano contempla sia la nascita di Gesù, quale profeta e non figlio di Dio, che l’esistenza della vergine Maria.

Non solo Lei ma soprattutto quei docenti con la responsabilità di un corretto insegnamento dovrebbero sapere che il Corano dedica a Maria una intera Sura, la XIX, che porta il suo nome nell’intestazione – Maryam – ne descrive la famiglia, l’infanzia, le virtù e le qualità, non differenziandosi più di tanto dai Vangeli. Se i numerosi impegni non Le consentono di indugiare sui libri faccia un giro virtuale su qualche capitale islamica e vedrà che tornerà sui Suoi passi. Fin troppo facile partire da Betlemme, nel cuore di una Palestina con popolazione a maggioranza arabo-sunnita, ove lo scorso 5 dicembre, come ogni anno, si è svolta la cerimonia dell’accensione dell’albero di Natale alla presenza delle massime autorità palestinesi e di Padre Francesco Patton, custode della Terra Santa. L’unica variante agli anni passati è stata la mancanza del tradizionale concerto da parte della Young musicians european orchestra, di cui fanno parte molti giovani musicisti palestinesi e iraniani, presso il complesso della natività nella Basilica di Santa Caterina.

Che negli Emirati Arabi Uniti, a Dubai, sia stato approntato un albero tra i più imponenti e solenni al mondo non fa neanche più notizia come neppure i cedri illuminati ovunque a Beirut, Libano, ove la recente esplosione al porto non ha fatto venir meno l’entusiasmo dei festeggiamenti natalizi. Forse La sorprenderanno invece le foto di Teheran, Iran, ove la corsa agli acquisti da parte di tutti gli iraniani in un tripudio di eleganti addobbi natalizi con sminuisce l’intensità con cui vive il momento la minoranza cristiana che festeggia nelle molteplici Chiese presenti in città. Pensi che anche in Egitto il presidente Abdel Fattah al-Sisi è solito partecipare alla messa per il Natale presso la cattedrale copta di San Marco e lo scorso anno prendendo la parola ha affermato che “la diversità di religioni, tradizioni e lingue fa parte delle norme della vita di Dio”.

Infine, si soffermi su Damasco, ove oltre al bellissimo albero allestito nella piazza principale, addobbi di Natale, presepi e feste per i bambini nelle parrocchie offrono un’atmosfera di gioia ad un popolo provato da nove anni di guerra. Non è dato a sapere se decisioni come quelle del Comune di Fiumicino siano prese più per convenienza politica che per ignoranza di costumi e usanze nel mondo. Non ha importanza signor Sindaco, ma evitiamo almeno che cittadini di altri Paesi e altre religioni forse più colti di noi ci deridano per eccesso di una presunta e mal interpretata correttezza.


di Ferdinando Fedi