Il virus con la falce e martello

lunedì 2 novembre 2020


Non è un caso che in gran parte dell’Occidente la sinistra di tutte le tendenze e sfumature stia cavalcando in senso assolutamente restrittivo la vicenda legata al Sars-Cov-2. In grave crisi di identità da alcuni decenni, avendo perso del tutto la famosa spinta propulsiva della Rivoluzione d’Ottobre, la stessa sinistra, tanto di lotta che di governo, ha trovato il suo filone d’oro nella tutela ad oltranza della salute pubblica, restringendola in modo assurdo esclusivamente al Covid-19, quasi che nel mondo oramai non esistesse alcuna altra causa di malattia e di morte. Tuttavia, considerando che ci troviamo di fronte ad un classico virus opportunista, il quale colpisce essenzialmente le componenti più fragili della popolazione, lasciando praticamente immuni tutti gli altri, il continuare a raccontare la favola nera di una pestilenza che, in assenza di misure restrittive, ci ucciderà tutti costituisce una bieca strumentalizzazione politica. Strumentalizzazione con cui giustificare uno Stato di polizia sanitario in cui si violano costantemente le libertà costituzionali dei cittadini.

Non per niente, nell’Italia a guida giallorossa sono proprio le due componenti di sinistra, Liberi e Uguali e il Partito Democratico, a sostenere a spada tratta la linea chiusurista più intransigente. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, eletto nelle liste di LeU, non perde occasione per distinguersi nella lotta al Covid-19 a colpi di chiacchiere terrorizzanti, passando l’estate a scrivere libri, anziché occuparsi di potenziare le strutture sanitarie in previsione della seconda ondata. Tant’è che alcuni giorni orsono, commentando l’aumento dei contagi, egli ha lanciato l’ennesimo, minaccioso anatema: “Curva terrificante, vedo ancora troppe persone in giro.” Quindi, all’aumento della domanda di cure che la recrudescenza del virus sta determinando, non si risponde potenziando e razionalizzando l’offerta sanitaria, anche e soprattutto al livello di base, così da non sovraccaricare le strutture ospedaliere. Per Speranza e company la crisi si affronta in solo modo: chiudendo le persone in casa e multandole, se escono senza giustificati motivi.

Una impostazione, quest’ultima, di stampo medievale, così come solo alcune settimane addietro il progressista Emmanuel Macron l’aveva definita. Tuttavia, anche il presidente francese, evidentemente preoccupato dai sondaggi, sembra essersi allineato a un surreale estremismo sanitario che sta sovvertendo molte delle nostre democrazie liberali. Tant’è che persino negli Stati Uniti, in cui prima del virus Donald Trump viaggiava veloce verso una quasi certa rielezione, il vento gelido e sinistro delle restrizioni sanitarie, fondato essenzialmente sul terror-panico, sta gonfiando a dismisura le vele del democratico Joe Biden, non a caso assertore di una intransigente politica di chiusura.

Sembra quasi di assistere ad una colossale disputa tra chi guarda, soprattutto da sinistra, solo tutto ciò che ruota intorno al Coronavirus, subordinando ogni attività al contrasto della relativa epidemia, e chi cerca di valutare in modo più ampio la situazione generale, mettendo in guardia la cittadinanza circa gli enormi costi sociali, economici e sanitari (dato che tanta, troppa gente sta morendo di altre patologie colpevolmente trascurate) che nel lungo periodo saremmo costretti a pagare a causa del virus con la falce e il martello. Un virus che sembra rendere ciechi e sordi molti individui, soprattutto quelli che possono contare su un reddito garantito, almeno per il momento. Ma nel caso di un altro lungo e devastante lockdown, il Paese rischia un tracollo senza precedenti, con conseguenze inimmaginabili.


di Claudio Romiti