giovedì 29 ottobre 2020
Rca, evasione di massa?
Non solo gli italiani sono, forse, i campioni del mondo dell’evasione fiscale. Lo sono, forse, pure dell’assicurazione sui veicoli. Un altro primato di serietà che fa vibrare l’orgoglio nazionale, dicono. Infatti, per bocca del presidente dell’Associazione delle assicurazioni italiane, Ania, apprendiamo che “lo scenario di fondo resta quello di un Paese dove 2,6 milioni di veicoli circolano senza assicurazione, causando sinistri a carico della collettività”. Chi rompe non paga ma carica il danno sugli assicurati e sullo Stato, cioè sui contribuenti. Qui i tartassati dai tributi e dalle polizze, individui evidentemente ingenui per natura, rimangono interdetti perché, a parte l’evasione fiscale che ha cause precise e rimedi imprecisi, sottrarsi all’obbligo di assicurare i veicoli dovrebbe essere pressoché impossibile. Il presidente dell’Ania come li ha contati i renitenti? Per contarli, deve conoscerli. E, se li conosce, perché restano tali?
In Italia non si riesce mai a capire fino in fondo lo stato delle cose. Le volte che ci si riesce, perché semplice e chiaro all’apparenza, resta inspiegabile perché poi le cose non vadano come dovrebbero andare. Un caso, a quanto sembra, è costituito proprio dalla Rca (Responsabilità civile autoveicoli). Quando la polizia controlla i veicoli, verifica dalla targa se siano assicurati. In caso contrario, scattano le sanzioni fino al sequestro del mezzo. Il controllo viene effettuato dal computer a bordo dell’auto delle forze dell’ordine oppure telefonando “alla centrale”. Dunque, sembra esistere, esiste eccome, il registro dei veicoli assicurati, come esiste pure il pubblico registro degli autoveicoli.
Incrociare i due registri verrebbe naturale a chiunque, per ricavarne in un battibaleno l’elenco completo degli evasori della polizza, i loro nomi, cognomi, indirizzi, dove recapitare una diffida ad adempiere, che so, entro un mese, specificando bene al responsabile che risarcirà lui, non la collettività, i danni cagionati nel frattempo. Messa così, deve essere troppo facile. Qualcosa sfugge.
di Pietro Di Muccio de Quattro