giovedì 8 ottobre 2020
I soldi del Mes (Meccanismo europeo di stabilità) sono pronti, contanti, esigibili. I soldi variamente denominati Recovery fund, Next Generation Eu, Sure ed altre fantasiose sigle, sono di là da venire. Bisogna chiederli. Deve approvarli l’Ue.
E noi italiani siamo obbligati a dichiarare e dimostrare, progetto per progetto, l’uso che ne faremo quando, e forse pure se, avremo tutti quelli annunciati. La pandemia e la sanità sono, qui e adesso, un adesso di quasi un anno, intimamente connesse. Ospedali, medici, infermieri, specialisti, tecnici, fornitori, insomma tutto il comparto con annessi e connessi, hanno bisogno dei soldi del Mes come i cittadini del vaccino.
Il loro impiego per combattere il virus e preservare la salute costituirebbe inoltre un vero investimento produttivo, balsamo per l’economia nazionale. Ciononostante, la maggioranza governativa è spaccata in due. I favorevoli al Mes ne vedono il bene. I contrari sono attaccati all’unica promessa elettorale che finora non hanno tradito. Chissà perché. Il presidente Giuseppe Conte, irresoluto, galleggia nella spaccatura come tra Scilla e Cariddi. Navigare ac vivere necesse est!
di Pietro Di Muccio de Quattro