Conte abile nel guadagnare tempo

giovedì 18 giugno 2020


Ci si chiede da più parti la ragione della interminabile maratona voluta da Giuseppe Conte e in scena a Villa Pamphili. Attribuirla alla vanità ossessiva per la propria immagine mediatica con quotidiane conferenze stampa e plurime apparizioni televisive rientra nel giudizio complessivo di un’attività di governo più versata nelle promesse che nei fatti.

Ma non basta. C’è un calcolo politico in questo guadagnare tempo. Bisognerebbe, infatti, porre qualche attenzione alle date, soprattutto in riferimento alla scadenza elettorale normale del 2022, in un contesto come l’attuale e prossimo venturo che non può giovare a chi vuole le elezioni anticipate.

Appare infatti non molto probabile che si voti “politicamente” nel settembre prossimo quando, invece, si terranno le elezioni amministrative, certamente importanti, ma a livello di Regioni e Comuni. E sarà pure la volta del referendum di conferma della riforma costituzionale che prevede il taglio del numero dei parlamentari.

Non occorre essere indovini nel prevedere un’affermazione di questo referendum – ispirato peraltro alla solita demagogia populista pentastellata – cui seguirà l’adeguamento della legge elettorale ai nuovi numeri di deputati (400) e dei senatori(200) col relativo ridisegno dei collegi, forse in base alla ripresa della riscrittura del Rosatellum.

Così stando le cose, confliggeranno i due interessi, fra un Conte impegnato a far passare i mesi fino all’estate del 2021, e un’opposizione, maggioritaria nel Paese e dunque desiderosa di elezioni politiche, ma che, come si evince dalle date e dagli impegni, si terranno probabilmente alla scadenza naturale poiché l’altra data da guardare con la massima attenzione è quella estiva, appunto, del 3 agosto 2021, quando scatterà il “semestre bianco” di Sergio Mattarella e la sua impossibilità di sciogliere Camera e Senato.

Questo calendario è ovviamente soggetto a variazioni in un quadro politico non statico, con la sopravvenuta, grave crisi del Movimento 5 Stelle e con un’opposizione che produrrà ogni sforzo per non assecondare le aspettative di un Conte il cui disegno, tra l’altro, è anche quello di mantenere lo stesso Parlamento di oggi fino al gennaio del 2022 per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. E con un centrodestra con poche chance. Per l’inquilino di Palazzo Chigi, l’impegno di governare si è mutato nella più raffinata arte del rinvio, pur di durare poco più di un anno da oggi.

Ma, come dice il proverbio, non tutte le ciambelle escono col buco.


di Paolo Pillitteri