Il virus della disinformazione

venerdì 24 aprile 2020


A parte qualche isolato presidio di libertà, tra cui spicca il nostro piccolo ma glorioso giornale, il panorama dell’informazione italiana, soprattutto in tempi di pandemia, appare desolante. Il giornale unico del virus sembra aver annichilito ogni forma di analisi critica, di approfondimento che vada oltre le veline dell’Esecutivo, stringendosi a coorte a difesa della catastrofica chiusura totale decisa dal comitato di salute pubblica al potere. E nel farlo era inevitabile che l’uso della propaganda mistificatoria assumesse un ruolo fondamentale nell’imbonire i cittadini italiani, convincendoli che il confinamento forzato in casa e il blocco quasi totale dell’economia fossero misure obbligate. Oltre a raccontare in lungo e in largo la bufala di un mondo circostante disperatamente costretto a seguire la nostra straordinaria strategia alla cinese.

Ovviamente, in una società globalizzata anche sul piano dell’informazione, nella quale risulta impossibile arginare la realtà dei fatti, si è capito abbastanza presto che, almeno in Occidente, nessuno stava seguendo il rigidissimo lockdown adottato dall’Italia, in cui ancora chi esce di casa senza una motivazione ritenuta valida, tra le varie conseguenze giudiziarie del caso, rischia da uno a sei anni di reclusione in base all’articolo 495 del Codice penale, per falsa attestazione o dichiarazione ad un pubblico ufficiale. Su tutto ciò ha espresso una dura reprimenda Edward Luttwak (nella foto), in collegamento dagli Stati Uniti nel corso dell’ultima puntata di DiMartedì, sostenendo che in America “le persone hanno la libertà personale. Non c’è una legge in Costituzione che obblighi le persone a stare a casa. Il presidente Trump non è nella posizione del Governo italiano che fa quello che vuole”.

A quel punto il prestigioso osservatore d’oltreoceano è stato bruscamente interrotto dal conduttore, un imbarazzatissimo Giovanni Floris, il quale ha voluto sottolineare che “più che ordinare di chiudersi in casa, il nostro Governo ha cercato di consigliare i cittadini a farlo per il loro bene”. Ma il buon Floris, che a mio avviso si è sempre caratterizzato per un notevole equilibrio ed equanimità nelle sue conduzioni televisive, questa volta l’ha fatta veramente fuori dal vaso, come si suol dire. Siamo stati dunque consigliati a languire per tutte queste settimane in casa, determinando il crollo verticale nella produzione di ricchezza?

Lo spettro dei citati anni di reclusione, le multe salatissime, i posti di blocco, la caccia ai pericolosi “criminali” che corricchiavano realizzata con un enorme dispiegamento di forze militari e di polizia, supportati da motoscafi, elicotteri e droni, sono da equipararsi a benevoli consigli? Caro Giovanni, abbiamo trasformato la spiaggia di Jesolo, in cui un tranquillo signore che portava a spasso il cane è stato oggetto di un colossale inseguimento ripreso in diretta televisiva, in una sorta di Tienanmen della caciotta, e tu ci parli di consigli per gli acquisti?

Io e tanti altri inguaribili maniaci delle tutele democratiche, fissati con gli antipatici contrappesi costituzionali che, almeno sulla carta dovrebbero impedire che con un atto amministrativo si finisca di botto agli arresti domiciliari, pensiamo che questo non sia un buon modo di fare informazione. Quella stessa informazione che, mentre altrove costituisce un fondamentale argine democratico contro qualsiasi tentazione autoritaria, in Italia si sta dimostrando, almeno nelle sue principali espressioni in un momento così complicato, del tutto supina nei riguardi del potere costituito. E a noi tutto questo non può che destare ulteriore, grande preoccupazione per il futuro prossimo del nostro disgraziatissimo Paese. La salute è importante, ma la libertà e i diritti ad essa connaturati ne rappresentano un presupposto ineliminabile.


di Claudio Romiti