Libertà e immunità

martedì 21 aprile 2020


Capitolo 1: il Copasir – dicono – vuole vederci chiaro sull’app “Immuni” e dice che si tratta di materia afferente la “sicurezza nazionale”.

Capitolo n. 2: il Corriere della Sera: “Immuni, la app che dovrebbe mappare i contatti dei contagiati per evitare un’eventuale seconda ondata dell’epidemia, resterà volontaria. Ma chi sceglierà di non scaricarla, potrebbe avere delle limitazioni negli spostamenti. Un incentivo per raggiungere quel 60 per cento di adesioni che viene considerata la soglia minima per garantire l’efficacia del sistema”.

Capitolo n. 3: Sempre il Corriere: “Un’idea per l’incentivo potrebbe essere quella di lasciare che la possibilità di scaricare la app, o indossare il braccialetto, resti volontaria. Come del resto già chiarito dal governo. Ma prevedere che per chi sceglierà di non scaricarla, restino delle limitazioni nella mobilità”.

Braccialetto? Limitazioni nella mobilità? Come i detenuti agli arresti domiciliari?

L’altro giorno, i fenomeni della tuttologia – quelli che, avendo visto la copertina di un libretto su cui è stampata la Costituzione credono di avere capito tutto e dispensano il loro sapere a quattro mani – dicevano che siano già controllati dal Google Maps o da qualche altra diavoleria e che, quindi, questa nuova applicazione non produce alcun danno. A loro, magari, no. Agli idioti piace essere controllati, intercettati, tracciati. Dicono di non avere nulla da nascondere, loro.

Anche gli ebrei non avevano nulla da temere. Per uscire di casa, però, dovevano apporre una bella stella di David (gialla) sulla giacca e via: potevano circolare senza il rischio che gli ariani, avvicinandosi a loro, si infettassero di giudaismo (che, come la Storia insegna, è male ben più grave dell’infezione da coronavirus).

Può darsi che “Immuni” non sia, in sé, pericoloso. Può darsi, ma non è certo, visto che non sappiamo come sarà gestito e quali dati saranno immagazzinati e se non potrà essere manipolato o utilizzato a scopi illeciti.

Può darsi, però, che quel programma realizzi un controllo a distanza e un veicolo di acquisizione di dati, aprendo le porte ad una vigilanza ben più estesa di quella sanitaria. Intanto, qualcuno ha già pensato ai braccialetti o a limitazioni alla libertà di chi non si adegua. Avanti così che andiamo bene. Io sto con gli ebrei, ma la stella sulla giacca non la metto.


di Mauro Anetrini