Viva la nostalgia per la libertà

venerdì 10 aprile 2020


I teorici del “tutto il male non viene per nuocere” vanno sostenendo che la pandemia da coronavirus avrà come conseguenza positiva quella di porre fine alla vecchia società ed al vecchio modello di vita dei Paesi occidentali. Non si limitano a rilevare che i sacrifici compiuti in questa fase difficile, il dolore per la perdita delle persone care e lo stravolgimento dei rapporti sociali serviranno a forgiare un uomo nuovo, meno superficiale, meno attratto dal consumismo e dai suoi aspetti più deteriori, più solidale e meno egoista. Ma tendono fatalmente a trasformarsi in profeti di una società nuova il cui avvento dovrebbe essere favorito innanzitutto dalla cancellazione di ogni forma di nostalgia per il tipo di vita della società del passato.

Nei tempi di crisi i profeti normalmente abbondano. Per cui non è strano o assurdo che oggi spuntino come funghi. E dopo aver predicato la necessità di considerare la pandemia come una sorta di punizione divina per i peccati compiuti dall’Occidente nel passato sia remoto che più recente e di accettare pazientemente la restrizioni imposte per limitare i danni più gravi della punizione, incominciano a denunciare tutti gli aspetti negativi del vecchio modello di vita che verranno cancellati dalla pialla tagliente dell’emergenza in atto. Vanno compiendo il massimo sforzo dialettico per eliminare ogni forma di nostalgia per ciò che verrà perso. Il tutto nel timore che questa nostalgia faccia anticipare i tempi della cosiddetta ripresa indirizzandola sulla strada della semplice riedizione del passato e spinga a non tenere conto della necessità di cogliere l’occasione per gettare le basi per un nuova società non fondata più sulla legge del profitto ma su quella della solidarietà e dell’eguaglianza.

La predicazione di questi profeti presenta una doppia debolezza di fondo. La prima è che la condanna della vecchia società è il frutto dell’insieme di valutazioni e giudizi provenienti da ideologie sconfitte dalla storia. La seconda, ed è ancora più grave visto che non si sono mai visti profeti privi di una qualche capacità visionaria, è che nessuno di chi vuole cancellare il passato, la sua memoria e la sua nostalgia, è in grado di prospettare una qualche proposta di società nuova ed alternativa a quella da superare. Come sarebbe la società senza profitto e tutta solidarietà ed eguaglianza? Quali tratti assumerebbe questa Società Celeste o Città dell’Oro?

Nessun profeta fornisce una qualche minima anticipazione in proposito. Per cui chi dopo mesi di arresti domiciliari incomincia a nutrire un po’ di nostalgia per il tempo della libertà, ha tutto il diritto di sospettare che i profeti stiano in realtà riproponendo il vecchio Stato etico magari calato nelle forme del cosiddetto modello cinese od in quelle del regime teocratico iraniano.

Se questi sono i profeti, viva e sempre viva la nostalgia per la libertà!


di Arturo Diaconale