Vogliamo i Colonnelli

venerdì 20 marzo 2020


Adesso invocano l’esercito per strada. Questa paradossale farsa autoritaria instaurata prendendo a pretesto una pur consistente emergenza umanitaria ricorda l’atmosfera dei primi anni ‘70 subito dopo il golpe dei colonnelli in Grecia. Quella di film da commedia all’italiana come “Vogliamo i colonnelli“ di Mario Monicelli con protagonista un inarrivabile Ugo Tognazzi. Indubbiamente ci sono stati comportamenti irresponsabili di alcuni cittadini ma colpevolizzarli più di tanto è da vigliacchi e da maramaldi. Anche perché qui si confonde il dito che indica la Luna con il satellite naturale della Terra. E la Luna nella fattispecie è che tutto questo casino è comunque colpa del Partito comunista cinese. Che ha deciso che la Cina dovesse nascondere per mesi l’entità del contagio. Perseguitando e facendo morire di coronavirus il coraggioso scienziato che per primo denunciò l’epidemia in corso.

Colpa della Cina intesa come regime nazi-maoista dunque, non di altri. E in questo Donald Trump ha ragione, anzi di più. In realtà i cinesi consapevoli de’ noantri, ad esempio Luigi Di Maio, Davide Casaleggio, Beppe Grillo ed altri, da una parte, e quelli inconsapevoli o di complemento, come Matteo Salvini, il governatore Attilio Fontana, Luca Zaia e Vincenzo De Luca, dall’altra, non si rendono conto – o fanno finta – di stare facendo il gioco di pazzi autoritari che vogliono un vero e proprio golpe sanitario.

Si può sopportare di tutto ma non questa vigliaccheria ipocrita. Se vogliono i colonnelli, i militari, li mandino ad arrestare quegli zelanti funzionari delle dogane che tengono fermi carichi di mascherine da oltre una settimana. Come ci dicono la mattina quando tentiamo di acquistarne una in farmacia. Li mandino a smantellare la burocrazia dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps che pretendono lo Spid pure per chiedere quella elemosina che questo decreto “Cura Italia” ci ha garantito. E ne mandino qualcuno pure alla Rai e in altre tv che hanno sostituito le dirette da casa di zio Michele da Avetrana con quelle dalle corsie degli ospedali di Bergamo e Brescia, sempre però all’insegna dell’induzione al panico. Noi utenti finali dell’informazione non siamo così stupidi da berci e sorbirci tutti questi input mistificatori. Se non si è in grado neanche di rinviare rottamazioni ed altre adempimenti fiscali di un annetto invece che di una settimana. Se non si è in grado di fare nulla se non trasmettere angoscia, poi non ci si lamenti se prima o poi le persone usciranno dalle proprie abitazioni non per fare jogging ma per dare l’assalto con randelli e forconi a questo palazzo di forcaioli in malafede. E a proposito dell’ossimoro ministro Alfonso Bonafede – ma anche di Salvini che non rinuncia alla propaganda neanche davanti a possibili nuovi focolai di coronavirus nelle carceri – va detto questo: le galere vanno sfollate non per buonismo o per mettere a casa con la cavigliera elettronica i temibili spacciatori e rapinatori. Ma solo per evitare che ogni istituto di pena si trasformi in una zona rossa che si propagherà alla città dove il carcere è situato.

Se Salvini pensa che far morire come topi degli esseri umani in un carcere sia giusto perché anche se in attesa di giudizio se stanno dentro “qualcosa avranno fatto” (era il refrain dei colpevolisti su Enzo Tortora) gli va ricordato che un giorno potrebbe toccare anche a lui, visto che di inchieste penali a cui è sottoposto ce ne sono parecchie. Ma va anche ricordato che in questo caso le carceri non vanno sfollate solo per proteggere i detenuti, bensì anche per proteggere da un inevitabile nuovo focolaio i cittadini delle città in cui quelle carceri sorgono. Perché il virus non resterebbe chiuso nelle celle, ma uscirebbe con chi come gli agenti di custodia, il personale amministrativo e gli stessi direttori dei penitenziari non potrebbe non continuare a fare andare avanti e indietro dal proprio posto di lavoro. Lo capisce Salvini tutto ciò o bisogna fargli un disegnino?


di Dimitri Buffa