I nostalgici della Germania dell’Est

mercoledì 18 marzo 2020


In merito alle attività motorie all’aperto il cosiddetto decreto Cura Italia” ribadisce quanto stabilito in precedenza. Ciò si trova efficacemente sintetizzato sul sito del ministero degli Interni: “Lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. In ogni caso bisogna evitare assembramenti”.

Ma in tal senso molti sindaci italiani, malgrado il crollo delle affluenze nei parchi pubblici delle loro città, ne hanno deciso la chiusura. A Perugia, capoluogo di regione in cui vivo da una decina di anni, si è presa la stessa misura, malgrado io stesso sia stato testimone di una vera e propria desertificazione degli spazi verdi normalmente più frequentati. Si è detto che la scelta si sarebbe resa necessaria a causa dell’indisciplina di alcuni individui, soprattutto giovani, che avrebbero formato qualche sporadico assembramento. Tuttavia, proprio in virtù dell’estremo diradamento delle frequenze, sarebbe stato sufficiente far girare qualche vigile nei parchi medesimi, così come in un lontano passato avveniva quotidianamente nelle nostre città, anziché adottare una forma così demenziale di proibizionismo. Proibizionismo a mio avviso autolesionistico poiché c’è il rischio assai concreto che gli stessi giovani possano assembrarsi in spazi privati e più ristretti, lontani dagli occhi indiscreti dei loro sindaci sceriffi, così da creare un ambiente ancor più favorevole alla diffusione del contagio.

Ma è non è finita, proprio in merito al diritto sacrosanto di potersi muovere all’aria aperta, pur nell’ambito di un rigoroso rispetto delle distanze, si è in questi giorni scatenata una campagna in particolare contro i podisti, con servizi televisivi ad hoc e una vera e propria caccia all’untore-corridore diffusasi a macchia d’olio sui vari social network. Una campagna culminata con la clamorosa decisione del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, il quale ha emanato la contestatissima ordinanza 16 del 13 marzo, con cui in pratica tutti i cittadini campani si troverebbero agli arresti domiciliari. Una misura che i maggiori giuristi del Paese considerano illegittima in quanto palesemente in contrasto con le misure decise dal Governo centrale.

Tutto ciò, come era inevitabile che accadesse, ha creato ulteriore confusione in Italia, amplificando i furori di quella sempre attiva componente di giustizialisti sommari con la bava alla bocca che, proprio in chi fa jogging e passeggia, seppur in solitaria, sembra aver trovato il bersaglio ideale su cui scaricare le proprie insane frustrazioni.

Tra l’altro, a quanto risulta da tutte le evidenze medico-scientifiche, l’attività all’aria aperta stimola e rinforza il nostro sistema immunitario che, vorrei ricordare, in questi tragici momenti rappresenta il principale alleato nel contrastare il coronavirus, visto che l’80 per cento dei soggetti riesce a debellare l’infezione senza particolari patemi d’animo.

Inoltre, come ha voluto sottolineare Massimiliano Sfondalmondo, ultramaratoneta molto noto in Umbria, su un giornale locale, ci sono luoghi in cui il rischio di venire contagiati è altissimo, come supermercati, uffici postali e tabaccai, ribellandosi all’idea di essere considerato un appestatore solo per il fatto di svolgere una sana attività fisica.

Ma evidentemente in questo disgraziato Paese c’è una nutrita schiera di individui che ha una gran voglia di emulare il modello ben poco encomiabile della defunta Germania dell’Est, invocando alla prima occasione leggi speciali che portino alla rapida sospensione delle principali garanzie costituzionali, come quella di potersi muovere liberamente, ripeto, nell’ambito di alcune necessarie restrizioni imposte dall’emergenza in atto. Molti di questi campioni, anche laddove il contagio è ancora relativamente esiguo, già invocano l’obbligo di restare tutti rinchiusi dentro le mura domestiche a tempo indeterminato. Un coprifuoco h 24 che probabilmente neppure durante la fase più acuta dell’epidemia di peste nera era stato ordinato. La prudenza, una delle fondamentali virtù cardinali di dantesca memoria, va bene, ma non trasformiamola in follia collettiva. Non diventiamo come la Ddr!


di Claudio Romiti