Il Paese ha bisogno di verità

mercoledì 11 marzo 2020


Purtroppo, come tutti ben vedono, il contagio del coronavirus non si ferma e il Governo è stato costretto a prendere una misura quasi estrema, estendendo di fatto il cordone sanitario a tutto il Paese.

Decisione giusta ma che, a mio avviso, poteva essere adottata già alcuni giorni orsono, quando si stavano ampiamente delineando i gravissimi contorni del fenomeno in atto. Gravità che, ci tengo a segnalare, non è stata affatto condivisa da Vittorio Sgarbi il quale, malgrado il suo status di parlamentare e famoso uomo pubblico, ha fatto circolare un demenziale video in cui attacca con parole volgari alcuni autorevoli scienziati, tra cui il virologo Roberto Burioni, esortando in modo irresponsabile i cittadini italiani ad infischiarsene del citato coronavirus e delle misure di contenimento decise dalle autorità.

Ma al di là di ciò, personalmente continuo a ritenere del tutto inadeguata la comunicazione che sta caratterizzando maggioranza e opposizione sull’altra emergenza che sta seguendo a ruota quella sanitaria: il collasso sempre più prossimo dell’intero sistema economico. Tutto questo nella malaugurata eventualità di non riuscire a bloccare in tempi ragionevoli l’epidemia. Nella peggiore delle ipotesi, infatti, una economia di trasformazione come la nostra, nell’ambito di un sistema mondiale sempre più integrato (che molti nemici giurati della globalizzazione proprio non digeriscono), non potrebbe reggere a lungo l’urto di un blocco totale dalle maggior parte delle attività.

E, così come ho già avuto modo di scrivere su queste pagine, soprattutto non lo reggerebbe a lungo il sistema pubblico il quale, vorrei ricordare, è particolarmente oberato da un eccesso di spesa corrente che, come ben sappiamo, in democrazia è assai difficile da tagliare. Eppure in uno scenario apocalittico in cui si prefigurasse un crollo del gettito tributario allargato a due cifre, non ci sarebbero alternative all’adozione di misure tanto imprescindibili quanto impopolari. Ma a quel punto è ragionevole pensare che solo un Governo di unità nazionale sarebbe in grado di assumersi la responsabilità politica di un simile compito.

Nel frattempo però, facendo tutti gli scongiuri possibili affinché cessi il prima possibile l’incubo in cui siamo precipitati da alcune settimane, sarebbe il caso che maggioranza e opposizione la smettessero di farsi la concorrenza a colpi di ulteriori promesse di sostegni per l’economia e sussidi per le famiglie e i singoli individui, anche giocando sull’equivoco di ottenere i quattrini eventuali dall’Europa.

In realtà la stessa Europa, i cui membri stanno probabilmente per trovarsi nella nostra stessa condizione, può al massimo avallare un deciso sforamento dei tanto contestati parametri di convergenza economico-finanziaria. Il problema, il quale andrebbe spiegato al pubblico con grande chiarezza, è che poi i quattrini bisognerà trovarli sui mercati. Solo che, ci si dovrebbe chiedere, nel caso di una paralisi prolungata dell’intera economia italiana, già abbondantemente appesantita dal fardello di un debito pubblico che da tempo viaggia ai limiti della sostenibilità, chi ce li presterà i quattrini medesimi e a che prezzo? Anche perché se si dovesse accentuare la cosiddetta fuga dal rischio in atto, con la vendita in massa dei titoli di Stato dei Paesi più fragili, la conseguente esplosione del nostro tasso d’interesse ci porterebbe in breve a perdere l’accesso ai mercati stessi. E a quel punto lo scenario di una catastrofica uscita dalla moneta unica, che per molti incoscienti cantastorie sarebbe una benedizione, potrebbe diventare dannatamente reale, con tutte le drammatiche conseguenze del caso.

Pertanto, sempre auspicando il miracolo di una rapida uscita dall’incubo coronavirus, ritengo comunque molto importante preparare la popolazione a qualsiasi scenario, così come una classe politica responsabile dovrebbe sempre fare in tali frangenti. In questo senso, di fronte alla possibilità tutt’altro che remota di un collasso sanitario che determina a caduta un tracollo del Prodotto interno lordo, forse sarebbe il caso di smetterla di promettere bonus, sgravi fiscali e sostegni economici a richiesta.

In questo brutta situazione sarebbe assai più serio cominciare a dire che, nella peggiore delle ipotesi, salvare il salvabile potrebbe essere ancora un lusso. Anche in considerazione del fatto che le catastrofi economiche sono come il coronavirus: democratiche e bipartisan. Nel senso che colpiscono tutti a prescindere dal colore politico.


di Claudio Romiti