La fase 2 delle bubbole

venerdì 31 gennaio 2020


In partenza dalla Bulgaria per partecipare al vertice della maggioranza, ufficialmente per rilanciare l’azione del Governo, il premier Giuseppe Conte è ripartito alla grande con la fase 2 delle bubbole.

In merito al tema caldo del nuovo virus cinese, che nel caso di un conseguente rallentamento dell’economia mondiale potrebbe rappresentare il classico cigno nero per l’Italietta dei miracoli, si è così espresso: “L’Italia ha adottato le misure cautelari più efficaci al mondo intero contro la diffusione del coronavirus”.

Parola di giovane marmotta, mi verrebbe da ironizzare di fronte ad un così sfacciato uso delle iperbole propagandistiche prive di alcun riscontro oggettivo. Oramai su questo piano il nostro Presidente del Consiglio è diventato un vero maestro. Le spara così grosse e a mitraglia con una tale faccia di bronzo da far invidia alle due famose statue greche di Riace. Ovviamente questa ennesima patacca comunicativa è stata solo la premessa a tutta una serie di impegni presi urbi et orbi in merito al citato rilancio dell’azione del suo Esecutivo. Un vero e proprio festival della supercazzola ad uso di gonzi e sprovveduti, la cui mamma sembra sempre incinta in questo disgraziato Paese.

I temi all’ordine del giorno, ha dichiarato l’avvocato del popolo, “saranno tantissimi, per ogni settore di attività - dalle infrastrutture all’università e alla ricerca, alla sicurezza, agli interventi in campo fiscale - abbiamo tantissimo da fare. Uno dei temi forti sarà l’occupazione: dobbiamo far crescere il Paese e far lievitare l’occupazione”.

Per quanto invece riguarda i rapporti sempre tesi con il Movimento 5 Stelle, Conte si è così espresso: “I Cinque stelle mi hanno garantito che possono dare il loro giusto e auspicato contributo… Faremo un piano efficace di misure e riforme che deve cominciare da sùbito, non possiamo perdere tempo. Io ho già parlato con il M5s e mi sono confrontato con Vito Crimi, loro si sono dati dei tempi per la riorganizzazione interna, gli stati generali sono di là da venire ma l’attività di governo non può attendere, sono piani diversi”.

Eh sì, in effetti tra la fretta delle chiacchiere del premier, sempre più abile a spacciare desideri irrealizzabili per seri programmi di Governo, e l’agonia di un non partito, a cui pare essere rimasto solo il “non”, sembra esserci una certa differenza. Infatti, mentre per Conte si tratta del caso di un presidente del Consiglio alla affannosa ricerca di una forza politica sulla quale puntellare il suo molto incerto futuro, per i grillini il problema è che, pur avendo mantenuto una elefantiaca struttura di eletti e cooptati nel cosiddetto sottogoverno, sono rimasti praticamente senza elettori.

Tuttavia, in ambedue i casi, li unisce il sempre più scarso appeal che essi esercitano nei confronti dell’opinione pubblica. Ed a tale riguardo la fase 2 delle bubbole, perché di questo si tratta, difficilmente servirà a risollevare le loro sorti pericolanti. Soprattutto nella tragica prospettiva, per il contribuente, di mandare a regime la valanga di microtasse, più o meno occulte, previste all’inizio della prossima estate. E lì ci sarà poco da raccontar frottole, caro “Giuseppi”.


di Claudio Romiti