lunedì 13 gennaio 2020
Se l’antisionismo è frutto diretto dell’antisemitismo, l’antiamericanismo è la conseguenza immediata dell’antioccidentalismo. Separare l’odio per Israele dall’odio per gli ebrei è impossibile. E lo stesso vale si se vuole separare l’odio per gli Stati Uniti dall’odio per il mondo occidentale ed i suoi valori.
Riflettere su queste banali e scontate considerazioni è indispensabile nel momento in cui nel nostro Paese cresce con veemenza una ventata di antiamericanismo che non ha avuto precedenti neppure negli anni della divisione del mondo in due blocchi. Quello che si rifletteva in Italia nella contrapposizione obbligatoria tra una maggioranza di anticomunisti di diversa estrazione e natura ed il fronte comunista più grande di tutti i Paesi non controllati dall’Armata Rossa.
Paragonare i risultati delle elezioni del ’48 e di tutte quelle successive ai dati del sondaggio sull’opinione degli italiani relativa alla eliminazione del generale iraniano, Qasem Soleimani, guida suprema di tutte le organizzazioni terroristiche dell’estremismo sciita in Medio Oriente ed in Africa, colpisce per la singolare novità che introduce. Sulla base di questo sondaggio, infatti, il cinquanta per cento dei nostri connazionali non giustifica l’eliminazione ma condanna ed aborra quello che viene considerato un assassinio fuori da ogni principio morale e legge internazionale.
Non è il confronto con le elezioni del passato ad evidenziare l’esistenza di un antiamericanismo in crescita in Italia? Bene, si faccia un diverso paragone. E si metta a confronto l’esecuzione di Osama Bin Laden con quella di Soleimani. La prima venne salutata come una liberazione dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica e la seconda viene considerata da un significativo cinquanta per cento un bieco assassinio.
A fare la differenza c’è che a decidere l’eliminazione di Bin Laden era stato Barack Obama con a fianco Hillary Clinton mentre a dare l’ordine letale per il generare iraniano è stato Donald Trump? Cioè che l’antiamericanismo dipende dall’antipatia per l’attuale Presidente Usa?
La realtà e ben diversa da questa analisi-spazzatura. L’antitrumpismo viene dopo l’antiamericanismo e quest’ultimo è la conseguenza diretta dell’intreccio contemporaneo di più culture tutte segnate da una forte avversità nei confronti dell’Occidente e dei suoi valori di libertà, democrazia e della sua natura identitaria figlia di una storia di tremila anni.
La vulgata post-comunista lasciata in eredita dall’egemonia culturale della sinistra è parte considerevole di questa fenomeno. Ma accanto ai nostalgici che ancora piangono per il risultato del ’48 e quelli, della parte avversa, che non hanno ancora metabolizzato la sconfitta del ’45, figura un cattolicesimo progressista rilanciato da Papa Bergoglio che si oppone all’umanesimo liberale in nome di un egualitarismo pauperista da stato gesuita paraguaiano del Seicento.
Il blocco antiamericano in quanto antioccidentale è molto ampio e forte. Ma ha una debolezza di fondo. Caduto il modello del socialismo reale ed essendo irrealizzabile quello vetero-gesuita non ha nulla da contrapporre. Oggi l’alternativa al modello occidentale non esiste. A meno di non considerare tali il modello comunista cinese o quello teocratico islamico iraniano!
di Arturo Diaconale