I facilitatori di un disastro annunciato

lunedì 23 dicembre 2019


Ci mancavano solo i facilitatori grillini a denominazione d’origine controllata e garantita per allietarci il Natale, dopo la sequela di sciagure piccole e grandi che sta accompagnando l’esperienza di Governo di una tale, imbarazzante schiatta di politici.

Una compagine di sprovveduti la quale, a quanto riportano le cronache parlamentari, si starebbe letteralmente liquefacendo dall’interno, tra lotte intestine e cambi di casacca. Nel frattempo i numeri impietosi raccontano l’esito non proprio felice delle loro demenziali ricette, in primis quello di una crescita che non c’è e che ci vede sprofondare senza speranze nella palude della stagnazione.

In Sicilia, ad esempio, il reddito di cittadinanza - misura scriteriata che insieme all’altra oscenità di quota 100 ha ulteriormente devastato il bilancio pubblico - registra riscontri agghiaccianti: a fronte di oltre un milione e 158mila percettori del sussidio, con una spesa superiore al miliardo e un appannaggio medio procapite di circa 7mila euro annuali, sono una trentina, ripeto una trentina, le persone che hanno trovato una occupazione stabile, mentre 426 sono i famosi navigator assunti in aggiunta a chi già lavorava nei centri per l’impiego, con uno scandaloso rapporto di quasi 15 a 1 tra gli stessi navigator e i nuovi occupati.

Ora, al cospetto di un tale riscontro, in cui si evidenzia la scriteriata propensione ad acquisire consenso attraverso puri e semplici trasferimenti di spesa corrente, disincentivando ulteriormente nei singoli la ricerca di una attività produttiva, non ci sono chiacchiere e promesse da marinaio che tengano. Le stesse chiacchiere e promesse che hanno fin qui fatto da contorno ad altre belle imprese di governo portate avanti da Luigi Di Maio e soci, come il fallimentare decreto dignità, l’operazione kamikaze nei riguardi dell’ex-Ilva di Taranto, togliendo lo scudo penale ad ArcelorMittal, l’ennesimo pasticcio di Alitalia e l’inverosimile tentativo riuscito di riportare la giustizia italiana, con l’orrenda legge che abolisce la prescrizione dopo il primo grado, ai fasti del diritto medievale.

Senza dilungarmi oltre nel vasto elenco di scemenze portate a compimento da questi geni cresciuti alla scuola di pensiero di un comico tanto furbo quanto confuso, occorre sottolineare che tutto ciò ha indubbiamente prodotto un grave danno reputazionale al Paese nel suo complesso, offrendo all’esterno la percezione a mio avviso piuttosto corretta di un sistema amministrato da una coalizione politica in cui la componente più sprovveduta e irresponsabile, nonostante l’enorme perdita di appeal presso la cittadinanza, continua a dettare la linea, soprattutto sui temi fondamentali dell’economia e della giustizia.

In questo senso i nuovi alleati dei grillini, in particolare il Partito Democratico e Italia Viva, andando avanti su una strada politicamente senza sbocchi e piena di rischi per il Paese reale, si stanno sempre più cointestando la paternità di quanto è già accaduto e di quanto, ahinoi, di questo passo ancora accadrà.

Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, i veri facilitatori in campo sono proprio gli uomini di Nicola Zingaretti e di Matteo Renzi i quali, consentendo ai grillini di esprimere a fondo le loro ricette tossiche, avranno il merito di accompagnarli verso la terra di nessuno dell’irrilevanza politica, aprendo una veloce autostrada per il ritorno nella stanza dei bottoni del bau bau leghista. Ed anche questa mi sembra francamente una storia già scritta.


di Claudio Romiti