Il cambiamento delle sardine

venerdì 22 novembre 2019


Tralasciamo di sottolineare l’aspetto bizzarro dell’ennesima operazione pseudo-politica fondata esclusivamente contro qualcuno, in questo caso la Lega e il suo leader Matteo Salvini.

Tuttavia proprio non si sentiva l’esigenza di aggiungere al nostro surreale dibattito pubblico il movimento nuovo di zecca delle “sardine”, una sorta di riedizione con ancor meno contenuti, quanto meno esplicitati, dei cosiddetti girotondi scesi in campo nel 2002, i quali invocavano a chiacchiere democrazia e legalità.

Da quel poco che si è potuto capire, ufficialmente l’iniziativa parte da tre amici durante una notte insonne, passata ad elucubrare in merito alla tremenda sciagura di una possibile vittoria della leghista Lucia Bergonzoni, candidata per l’intero centrodestra nella “rossa” Emilia-Romagna. Da qui l’idea di un improvvisato flash mob, o presunto tale, in quel di Bologna il giorno in cui si sarebbe svolto il comizio di Salvini, chiamando a raccolta gli eroi della nuova resistenza i quali, stretti per l’appunto come sardine, avrebbero fatto sentire il fragore della loro silenziosa ribellione ai nuovi tiranni.

E tutta questa messinscena, che per ora sembra seguire l’onda alta di tante altre vicende finite molto presto nel nulla della più bieca strumentalizzazione politica, mentre il Governo italiano si trova letteralmente ai ferri corti con la realtà. Una realtà a dir poco drammatica con due crisi aziendali catastrofiche, ex-Ilva e Alitalia, con decine di migliaia di posti di lavoro in bilico e, soprattutto, il rischio di sperperare ulteriori valanghe di miliardi pubblici, ossia quattrini dei contribuenti, nel tentativo di mettere altre toppe per tirare a campare.

Tutto questo all’interno di uno scenario di finanza pubblica ulteriormente deteriorato dai nuovi debiti contratti con grande nonchalance anche dai “nuovi” geni della lampada al potere. Uno scenario assai precario che, per dirla in soldoni, non consente alcuno spazio fiscale per interventi di una certa portata, così come i teorici delle nazionalizzazioni in servizio attivo permanente vorrebbero attuare per le due succitate aziende in via di fallimento.

Ma ora che abbiamo scoperto la grande risorsa anti-leghista delle sardine possiamo tirare un sospiro di sollievo. La crescente platea di salariati che assistono alla morte per consunzione delle aziende in cui erano occupati, si mettano il cuore in pace. Difficilmente riavranno la stabilità del posto fisso da sempre promessa dai governanti di turno; però potranno consolarsi con una bellissima pasta con le sarde, o sardine che dir si voglia, direttamente provenienti da Bologna. Una volta patria solo del tortellino ed oggi anche di questo gustoso pesce azzurro.


di Claudio Romiti