L’inventore del moto perpetuo

venerdì 4 ottobre 2019


Dopo decenni di attesa, finalmente la politicaccia italiana ha trovato l’inventore del moto perpetuo sul piano dei conti pubblici. Trattasi del bis-premier Giuseppe Conte, il quale è riuscito in un’impresa che nessuno al mondo reputava possibile: trasformare il disavanzo di bilancio in una forma di risparmio avanzato con cui beneficiare le famiglie di questo disgraziatissimo Paese.

Intervenendo all’assemblea generale di Assolombarda, tenutasi alla Scala di Milano, in cui il nostro eroe è stato duramente criticato dal presidente Carlo Bonomi in merito al suo precedente Governo, Conte ha solennemente rivendicato il merito di aver fatto risparmiare ben 542 euro alle succitate famiglie italiane attraverso il mancato aumento dell’Iva, altrimenti l’applicazione delle relative clausole di salvaguardia – ha rimarcato il presidente del Consiglio – “avrebbe costituito un enorme ostacolo per il rilancio del Paese”.

Dunque, estendendo il concetto ad ogni forma di intervento pubblico, più risorse si spendono in ogni settore, eventualmente gettandole anche nello sciacquone dei trasferimenti a pioggia a scopo puramente elettoralistico, e più possono crescere i risparmi conseguenti. Se infatti, anziché limitarsi a eliminare semplicemente la povertà, così come sembra che sia accaduto durante il primo ministero Conte, si fosse deciso di sostituire il reddito di cittadinanza con la ricchezza di cittadinanza, in cui più nessuno poteva percepire meno di qualche milioncino di euro, chissà quanto si sarebbe poi potuto risparmiare a consuntivo, magari eliminando dal mucchio chi ricco lo era già in precedenza.

D’altro canto, battute a parte, il meccanismo perfetto di ottenere risorse da ulteriori voragini di bilancio, a beneficio dei tanti ingenui e sprovveduti che popolano queste lande sventurate, rappresenta un vero colpo di genio ed è tale da determinare il vero spessore politico di chi ne rivendica a pieno titolo il copyright. Nel frattempo, però, la traiettoria del nostro colossale debito pubblico procede ancora più spedita verso il collasso finale; mentre la spesa pubblica è lungi dall’essere quanto meno bloccata su livelli di sicurezza. Ma tutto questo per i maghi che occupano la stanza dei bottoni non è assolutamente un problema. Tanto alla fine il conto di Conte lo pagherà sempre e comunque il solito Pantalone.


di Claudio Romiti