Il complotto dell’acqua calda

venerdì 1 marzo 2019


Come ampiamente riportato dai media nazionali, nel nuovo “Country Report” sull’Italia la Commissione Ue ribadisce i dubbi sulle ricette del Governo e avverte sulla tenuta dei conti pubblici: “Bisogna agire con urgenza per mantenerli su un percorso sostenibile, perché la frenata record del Pil di quest’anno avrà certamente ricadute su deficit e debito”.

E per ciò che concerne le principali misure messe in campo dalla strana alleanza giallo-verde, per bocca del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, l’Europa punta il dito soprattutto sulla tanto decantata quota 100 la quale tenderebbe a “rovesciare elementi di importanti riforme – leggasi legge Fornero – realizzate in precedenza”; il che non contribuisce certamente ad elevare il potenziale di crescita.

Tutto questo, per raccogliere in una pillola questo ennesimo ammonimento europeo, si somma alla nostra cronica scarsa produttività di sistema e ad un debito molto alto, creando i presupposti per una micidiale miscela economicamente e finanziariamente esplosiva. In pratica ci troviamo di nuovo sull’orlo di quel baratro in cui finiscono tutti quegli Stati i quali non riescono più a sostenere il loro debito sovrano.

Insomma la solita, tragicissima scoperta dell’acqua calda che, come dimostrano le grottesche reazioni indignate dei nostri sovranisti al potere, fa gridare questi ultimi al complotto. D’altro canto, non occorrono grandi risorse intellettuali e culturali per comprendere che un Paese già afflitto da un micidiale combinato disposto – più basso tasso di natalità con la più alta spesa pensionistica d’Europa – non avrebbe neppure dovuto discutere la follia previdenziale in atto, proposta a suo tempo dalla Lega e non solo. Da questo punto di vista la contro-argomentazione di chi occupa la stanza dei bottoni, in fondo ci hanno eletto anche per questo, appare priva di un vero fondamento ragionevole. In campagna elettorale si può promettere di tutto, persino un viaggio su Marte di andata e ritorno. Ma se poi ciò porta ad un rapido dissesto del bilancio pubblico, con inevitabili conseguenze per l’intera struttura economica del Paese, dovrebbe innanzitutto prevalere il senso di responsabilità. E quando questo manca, secondo una consolidata tradizione della nostra politica che risale fino agli albori dell’Unità nazionale, arriva inesorabile lo spietato partito della realtà a spazzare via le illusioni dei vari demagoghi di turno e dei loro creduli sostenitori.


di Claudio Romiti