venerdì 23 novembre 2018
La Commissione europea ha bocciato la manovra economica gialloverde e, come fisiologico, le opposizioni ci inzuppano il biscotto nel tentativo di avere un tornaconto politico da quello che rischia di trasformarsi in un attacco finale all’economia italiana che proprio in queste ore deve fare i conti con lo spread e con la fuga degli investitori dai titoli di Stato.
Le turbolenze le supereremo perché il nostro Paese, checché se ne dica, è forte oltre che perfettamente in grado di risorgere ma una cosa disgustosa resterà scolpita a lettere cubitali in questa vicenda: c’erano tante cose che le opposizioni potevano obiettare agli estensori della manovra ma certamente non ci saremmo aspettati che le argomentazioni propagandistiche trasudassero goduria antinazionale e gioia ammiccante nei confronti di istituzioni europee contro le quali si dovrebbe fare solo quadrato. Si poteva dire che la manovra è un’accozzaglia di provvedimenti rabberciati e inefficaci, si poteva obiettare che trattasi di spesa pubblica improduttiva che mai e poi mai contribuirà alla ripresa, si poteva addirittura tacciare la maggioranza di non aver mantenuto le promesse (come se qualcuno negli ultimi settant’anni lo avesse mai fatto) o ci si poteva avventurare in una critica feroce relativa alle non priorità alle quali questa legge si applica.
Ma mai ci saremmo aspettati che le attuali opposizioni agitassero lo spauracchio del dafault, richiamassero al rispetto bovino dei parametri imposti da qualche avvinazzato euroburocrate dando di fatto ragione al preconcetto sovranazionale nei confronti dell’Italia.
Non ci saremmo aspettati che, per fare dispetto alla moglie maggioranza, l’opposizione si sarebbe evirata dando campo libero agli speculatori finanziari oltre che ai detrattori politici europei che non aspettavano altro se non la possibilità di poterci aggredire perché siamo dei cani sciolti che litigano finanche tra loro.
E a parlare è proprio quel Partito Democratico che l’indebitamento lo ha chiesto e ottenuto in cambio di un patto capestro che ci ha trasformati nel campo profughi d’Europa avendo così il via libera per mettere in pista quella maialata degli ottanta euro. E a parlare è anche Forza Italia, proprio qual partito il cui leader è stato vittima di un golpe nato in Europa e che aveva come obiettivo quello di far cadere il Governo Berlusconi per impalcare uno come Mario Monti. Con quale coraggio costoro fingono di scandalizzarsi quando anche i sassi sanno perfettamente che la manovra italiana (la quale fa schifo, sia detto con chiarezza) era già stata bocciata prim’ancora che la Commissione europea la ricevesse e avesse il tempo di analizzarla nel merito. E come pensano questi partiti che una propaganda così impostata possa portare un tornaconto quando tutti sappiamo che l’ostracismo zelante nei confronti dell’Italia è iniziato quando abbiamo smesso di inginocchiarci pretendendo invece che in tema di immigrazione l’Europa fosse collaborativa e solidale.
Questo governo è zeppo di incolti, inesperti, impreparati e avventurieri ma almeno gente come Matteo Salvini ha il carattere di spernacchiare queste vecchie carampane che da Bruxelles cercano di spaventarci con certi mezzucci. In Italia ormai ci accontentiamo di poco: anche uno che ha semplicemente le palle per non lasciarsi intimidire, se paragonato a questa masnada di mediocri servili, assurge a dignità di statista.
di Vito Massimano