lunedì 29 ottobre 2018
È assolutamente fisiologico che in un Movimento composito e confuso come quello dei Cinque Stelle ci siano voci diverse e critiche nei confronti dell’operato del Governo. Il dissenso era normale nei partiti strutturati in maniera rigida e tradizionale ed è del tutto normale che spunti fuori in partiti che non sono solo post-ideologici, ma soprattutto improvvisati. Il problema, quindi, non è rappresentato dalla scoperta del dissenso estremista dentro il movimento grillino, ma dalla valutazione su quanto potrebbe incidere questo dissenso sulla tenuta dell’attuale maggioranza.
Il calcolo fatto fino ad ora prevede che il dissenso fisiologico non abbia alcuna incidenza sulla tenuta del governo. Ma si avvicina Natale e l’avvio della campagna elettorale europea. E con le sacre feste e l’approssimarsi con quella consultazione elettorale che dovrà verificare lo stato di salute delle due formazioni politiche della coalizione governativa, si avvicina anche il momento dell’arrivo di un Bambinello che non ha le fattezze del neonato della natività cristiana ma quelle del leader movimentista dei Cinque Stelle che ha compiuto un viaggio della motocicletta in Sud America sull’esempio di Ernesto Che Guevara e che risponde al nome di Alessandro Di Battista.
A Natale, dunque, sulla stabilità dell’Esecutivo di Giuseppe Conte la cometa fa cadere il personaggio su cui ricade il compito di innervare con il proprio estremismo parolaio il Movimento Cinque Stelle per evitare che dalle elezioni emerga il risultato pronosticato dai sondaggi secondo cui la Lega di Matteo Salvini supererebbe di parecchi punti il movimento pentastellato.
Passate le feste, quindi, il bambinello Di Battista dovrà ridimensionare la faccia governativa grillina sostituendola con quella di lotta che al momento viene alimentata dalla testimonianza delle minoranze marginali del movimento e dal presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico.
È difficile prevedere quale potrà essere l’impatto sul governo dell’arrivo del “Guevara de’ noantri”. Ma è presumibile immaginare che non potrà essere di poco conto visto che rispetto ai sondaggi attuali Di Battista dovrà contribuire a recuperare almeno quattro o cinque punti al Movimento. Con la ragionevolezza? Niente affatto. Solo con la promessa di nuove e più forti spinte rivoluzionarie. Il Governo sarà in grado di uscire indenne? I partiti dell’opposizione inesistente e soprattutto la Lega farebbero bene a porsi per tempo questo interrogativo.
di Arturo Diaconale