Oltre Forza Italia, un partito dei moderati italiani ed europei

giovedì 12 luglio 2018


Forza Italia è di fronte a una svolta epocale. Rinascere a nuova vita prima del banco di prova delle elezioni europee del maggio 2019. Il partito liberale di massa fondato dal presidente Silvio Berlusconi ha vissuto delle stagioni esaltanti. Dal 1994 al 29 marzo 2009. Quando viene fondato il Popolo della Libertà. Un partito nato dalla fusione di Forza Italia e di Alleanza nazionale. Il Pdl viene lanciato da Berlusconi il 18 novembre 2007, durante una manifestazione milanese, a Piazza San Babila. Dapprima, si presenta come federazione di partiti. In seguito, diventa un soggetto politico unitario. Vi aderiscono anche il Nuovo Psi, la Democrazia cristiana per le Autonomie, i Riformatori liberali, i Popolari liberali e Azione sociale. Il 16 novembre 2013 dalle ceneri del Pdl rinasce Forza Italia. An, dopo l’uscita di scena di Gianfranco Fini, si scioglie in mille rivoli, fino all’attuale partito guidato da Giorgia Meloni: Fratelli d’Italia.

Ora, per i moderati del nostro Paese è giunto il tempo di una nuova formazione politica. In vista della competizione elettorale che disegnerà il prossimo Parlamento europeo, i liberali, i cattolici e i conservatori italiani hanno bisogno di un nuovo e più ampio punto di riferimento. In Europa, tradizionalmente, le famiglie politiche più importanti sono due: da una parte la sinistra, rappresentata dal Partito socialista europeo. Dall’altra, i conservatori, rappresentati dal Partito popolare europeo. Per queste ragioni, in una stagione politica governata dall’irresponsabilità al potere, è giusto fornire una comune prospettiva “popolare” e non populista.

È in questo solco che nasce la nomina di Antonio Tajani alla vicepresidenza di Forza Italia. Ma è chiaro che, alle prossime consultazioni continentali, il presidente dell’Europarlamento debba guidare una formazione ambiziosa, che rappresenti un’Europa diversa da quella attuale. Un’Europa che parli con una sola voce. In cui non trovino spazio teorie economiche che evochino “il cigno nero” dell’uscita dalla moneta unica. È bene che la responsabilità e gli statisti guidino questo processo delicato. È proprio il caso di dire: “o si fa l’Europa o si muore”. Questo è un progetto di ampio e di lungo respiro. Che va al di là della contesa per la leadership del centrodestra italiano.

Berlusconi è uno statista che sa bene che non si governa un Paese attraverso la paura. Così, il presidente, pur apprezzando il lavoro del governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, il “Capitan Futuro” del centrodestra, ritiene opportuno, che a rappresentare questa fase politica, in vista della competizione europea, sia Antonio Tajani. Un giornalista, un comunicatore, un intellettuale. Che rappresenta quanto di meglio possa esprimere la cultura popolare non solo nel nostro Paese, ma nell’Unione europea. Un fatto è certo: Tajani, in questo momento, è il corifeo delle culture cattoliche, liberali e conservatrici del nostro Paese.

Con la sua nomina è stata inaugurata una nuova stagione politica. Ma è necessario andare oltre Forza Italia. Non verso una riedizione del Pdl. Un “partito contenitore” che nasceva da una giusta intuizione ma che ha raffreddato gli entusiasmi piuttosto che accendere le passioni dei moderati italiani. Andare oltre Forza Italia, dunque. Ma con quale obiettivo? Sulla stampa circolano già le prime ipotetiche denominazioni: Popolari italiani oppure Popolari per l’Europa. Suggestioni? Esercizi di stile? Velleitarismi d’inizio estate? In realtà, si tratta di un’esigenza, mai sopita, di una nuova definizione del perimetro della politica dei conservatori italiani. Uno sguardo fieramente europeista che si traduca in un messaggio chiaro all’alleato leghista. Un vero e proprio monito. Di più: una sfida. Perché attorno al nuovo partito deve nascere un’alternativa al governo gialloverde. Un’alleanza dei moderati che punti alla guida del Paese e concorra, in chiave continentale, alla nascita di una nuova Europa. Più giusta, più unita, più solidale. Che abbia come obiettivi il benessere dei cittadini, il lavoro per le nuove generazioni e la sicurezza delle famiglie e delle imprese.


di Giovanni Mauro