giovedì 28 giugno 2018
Silvio Berlusconi è il leader e padre fondatore di un partito liberale di massa. Forza Italia rappresenta un’esperienza unica non solo nel nostro Paese. Ma anche nel contesto europeo.Gli azzurri, seppure in una fase di temporanea flessione, persino tra alti e bassi, sono sempre riusciti a mantenere viva la coalizione moderata. Questo è un aspetto decisivo. Inconfutabile. Il centrodestra è tornato a rappresentare la maggioranza dei cittadini. Ora, però, occorre rimettere il partito al centro di una profonda riflessione. Per tornare a contendere la leadership della coalizione alla Lega di Matteo Salvini è necessario interrogarsi. Ragionare. Bisogna analizzare quali possano essere le strade che consentano a Forza Italia di conquistare il primato nazionale. Già. Perché il partito deve tornare a guidare, non solo i moderati, ma l’intero Paese. Forza Italia deve porsi un traguardo: diventare, nuovamente, il partito di maggioranza relativa. Per raggiungere questo obiettivo occorre, innanzitutto, incontrare la gente. Ascoltarne i bisogni, interpretarne gli umori, rappresentarne le istanze. Evitando di cavalcare il populismo di maniera che governa questa fase confusa della politica italiana. Ma per ottenere risultati tanto ambiziosi è inevitabile imboccare la strada giusta.
Al di là del presidente Berlusconi, sono due i profili politici che si stagliano su tutti gli altri. Sono quelli del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e del governatore della Regione Liguria Giovanni Toti. Due giornalisti. Due generazioni diverse. Due modelli alternativi per guardare al futuro del partito. Tajani rappresenta, autenticamente, la migliore tradizione del popolarismo continentale. Toti è figlio di un contesto, quello ligure, in cui Forza Italia e la Lega collaborano in maniera proficua per il bene della comunità. Ma chi dei due può fornire un contributo inedito per il rilancio del partito? È probabile che il rinnovamento del partito essere meglio interpretato da Toti. Perché si confronta, in maniera quotidiana, con i problemi dei cittadini. È costretto a fare i conti, con la realtà complessa dell’amministrazione regionale. Lo si può definire un populista perché riesce a dialogare con i leghisti? Giammai. Toti, piuttosto, incarna la chiave di volta del cambiamento. Una strada che oggi non può più essere rinviata. La visione miope di coloro i quali cantano il De Profundis di Forza Italia non tiene conto del sentimento popolare. I cittadini adesso premiano il centrodestra a trazione leghista. Ma, se la riflessione all’interno di Forza Italia produrrà i frutti agognati, allora il vento tornerà a sventolare le bandiere tricolori del partito. Un fatto è certo: solo Forza Italia può rappresentare, in maniera compiuta e plurale, le culture cattoliche, liberali e conservatrici del nostro Paese.
di Giovanni Mauro