mercoledì 27 giugno 2018
Ernesto Galli della Loggia ha studiato a fondo la crisi del Partito Democratico. Al punto da elaborare una sorta di programma di rinascita della sinistra italiana che ha consegnato, attraverso il "Corriere della Sera", all’attenzione della classe dirigente post-progressista uscita sonoramente sconfitta dalle elezioni politiche del 4 marzo e da quelle amministrative della settimana scorsa. Al centro di questo studio Galli della Loggia ha posto una considerazione di fondo: l’unica opposizione possibile all’attuale governo di stampo populista è quella che si può aggregare attorno a una sinistra rigenerata dalle sue indicazioni in quanto l’altro partito, al momento formalmente all’opposizione, cioè Forza Italia, è un “partito di plastica formato da camerieri che oggi si apprestano a chiedere di essere assunti da un altro padrone”.
È inutile contestare l’accusa di partito di plastica ricordando che in passato quel tipo di plastica berlusconiana è risultata particolarmente resistente. Ed è altrettanto inutile rilevare come i “camerieri” abbiano rappresentato per oltre un ventennio una parte consistente della classe dirigente del Paese.
Molto più stimolante, invece, partire dalla riflessione secondo cui solo dalla sinistra può nascere l’opposizione per affrontare il tema di quale possa essere il futuro di Forza Italia. Risolvere la questione seguendo il professore che pronostica l’ingresso dei camerieri nella Lega non solo non è serio, ma è anche profondamente sbagliato. In politica i camerieri non mancano mai, qualunque sia la loro collocazione. Ma non contano. Perché a contare è solo quella parte del corpo elettorale che si riconosce in alcuni valori e principi e rimane ancorato ad essi a prescindere da chi possano essere i propri rappresentanti del momento.
Questa parte di corpo elettorale che si riconosce nei valori liberali e popolari non si è affatto estinta. Non ha la vocazione del vassallo e rappresenta un settore politico niente affatto marginale dello schieramento del centrodestra. Il fatto che questo schieramento sia ora a trazione leghista non cancella la presenza di tale area. Al contrario, la rende più che mai indispensabile per un centrodestra che voglia per un verso impedire al Pd di andare a occupare gli spazi del mondo moderato e per l’altro puntare a diventare una grande maggioranza autonoma dopo la fine della collaborazione contingente con i Cinque Stelle.
Quale futuro, allora, per Forza Italia? Quello di rimanere senza dubbio di sorta nel centrodestra sapendo che fare concorrenza al Pd all’opposizione sarebbe un controsenso e rivendicare il proprio ruolo autonomo in uno schieramento in cui la Lega, pur essendo trainante, non è il tutto ma solo una parte.
Certo, per fare questo ci vuole un grande rinnovamento. Che però non è impossibile visto che i camerieri possono andare e venire ma i valori e i principi degli elettori rimangono.
di Arturo Diaconale