venerdì 20 aprile 2018
È difficile comprendere come una parte dei dirigenti del Partito Democratico possa prendere in seria considerazione l’ipotesi di un Governo Di Maio formato insieme al Movimento Cinque Stelle e gli scissionisti di Pietro Grasso.
Passi per il governatore pugliese Michele Emiliano, che da sempre ha inserito i grillini nell’album di famiglia della sinistra manifestando una inconsistenza culturale decisamente inquietante per un personaggio che è anche magistrato in aspettativa. Ma come possono i vari Franceschini, Orlando, Cuperlo, gente che ha alle spalle una storia politica degna di rispetto, immaginare che il Pd, cioè il bersaglio costante di tutta la battaglia politica che il Movimento Cinque Stelle ha portato avanti dal momento della sua nascita, possa diventare il puntello indispensabile per un governo a guida grillina?
Attenzione, la domanda è retorica visto che l’ipotesi è assolutamente astratta. Matteo Renzi, che del Pd continua ad avere il controllo pieno, non consentirà mai di passare sotto le forche caudine di Luigi Di Maio per rientrare nel circuito politico in maniera marginale e ingloriosa. Ma il fatto stesso che alcuni dirigenti non escludano la possibilità di rientrare al governo nel ruolo di utili idioti del Movimento Cinque Stelle indica la gravità della crisi in cui è caduto il maggiore partito della sinistra. Una crisi la cui responsabilità non dipende solo ed esclusivamente dai dirigenti che si sono succeduti alla sua guida negli ultimi anni, Renzi in testa, ma che va ascritta anche a quel mondo intellettuale parassita che ha proliferato per decenni attorno e dentro la sinistra diventando il depositario del suo assistenzialismo culturale e che per difendere i privilegi acquisiti ha avallato negli anni la trasformazione del partito dei lavoratori nel partito della casta immorale.
C’è da ridere al pensiero che il Movimento Cinque Stelle, nato per combattere questa casta di sinistra, possa pensare a un’alleanza con essa pur di mandare Di Maio a Palazzo Chigi. Ma anche da piangere. Perché se il futuro del Paese dovesse sul serio dipendere dalla versione più desolata e pedestre del trasformismo rappresentata da grillini e parte del Pd saremmo veramente senza speranza!
di Arturo Diaconale