mercoledì 18 aprile 2018
Il compito che il capo dello Stato Sergio Mattarella ha affidato al presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati non è di verificare se esistono le condizioni tra i partiti per dare vita a un qualsiasi governo. È più limitato in quanto molto più specifico. Deve scoprire se esiste la possibilità di mettere in piedi o un governo M5S-Lega guidato da Luigi Di Maio o un governo centrodestra-M5S guidato da Matteo Salvini. Cioè stabilire una volta per tutte se esistono solo due candidati, il capo politico grillino e il leader leghista, alla Presidenza del Consiglio dei ministri. O se i due debbono essere scartati perché entrambi non in grado di formare un governo e si deve passare ad altri nomi e ad altre formule diverse da quelle che prevedono accordi tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega, da sola o insieme a tutto il centrodestra.
Le previsioni generali è che la presidente incaricata impiegherà il tempo necessario per arrivare alla fine del mese, cioè alle elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia e in Molise, per comunicare a Sergio Mattarella che nessuno dei due candidati è in grado di formare il governo. Né Di Maio, bloccato dalla sua pretesa irricevibile di spaccare il centrodestra e satellizzare la Lega. Né Salvini, a cui il capo grillino non assicurerà mai un appoggio per un’alleanza di governo aperta a Forza Italia e a Silvio Berlusconi.
Se questa ipotesi venisse confermata quali saranno le conseguenze su Salvini e Di Maio? Il leader leghista non ne avrà alcuna mentre quello grillino ne verrà devastato. Salvini, infatti, ha preso da tempo in considerazione l’eventualità di non poter guidare il futuro governo. E ha annunciato a più riprese e in tempi assolutamente insospettabili di essere disponibile a tirarsi da parte pur di favorire la nascita di un governo capace di affrontare le emergenze. Anche perché la mancata nomina a Presidente del Consiglio non cambierebbe di una virgola la sua leadership della Lega e il suo ruolo nel centrodestra.
Di Maio, al contrario, non ha mani manifestato una disponibilità del genere. Ha un solo colpo in canna. Quello di andare a Palazzo Chigi. E se il colpo andasse a vuoto perderebbe di colpo la missione che si è dato in campagna elettorale e il ruolo che in nome di questa missione ha assunto al vertice del Movimento Cinque Stelle. È importante, allora, l’esplorazione della Casellati? Accidenti, se è importante!
di Arturo Diaconale