sabato 3 marzo 2018
All’indomani del voto del 4 marzo non si dovranno fare solo i conti per verificare se esiste o meno la possibilità di dare al Paese una maggioranza omogenea. Tutti sanno che questa possibilità può esistere solo se il centrodestra riuscirà a superare il quaranta per cento. Per cui, se mai questa ipotesi non dovesse realizzarsi, i conti serviranno a verificare quale potrebbe essere una maggioranza non segnata dalla omogeneità e caratterizzata dalla presenza di forze di orientamento diverso. E in questa prospettiva non basterà fare i conti ma sarà necessario introdurre nel dibattito politico un criterio diverso dalla semplice matematica destinato a diventare il vero spartiacque tra governabilità e ingovernabilità. Il criterio in questione è il pragmatismo ispirato al buon senso.
In questa campagna elettorale il buon senso è totalmente mancato. Gli scissionisti del Partito Democratico guidati da Pietro Grasso e Laura Boldrini hanno rievocato l’antifascismo militante per strappare qualche voto al partito di Matteo Renzi infischiandosene allegramente delle tensioni che avrebbero innescato. La ex radicale Emma Bonino ha dato vita a una lista insieme all’ultracattolico di sinistra Bruno Tabacci, riesumando la linea del nefasto Governo Monti e proclamando la bontà della massima austerità, della difesa a oltranza della Legge Fornero e dell’accoglienza senza limiti degli immigrati di religione musulmana. Il grillino Luigi Di Maio ha proposto non un governo-ombra ma una scombiccherata compagine di ombre di governo puntando brutalmente sulla dabbenaggine dei suoi simpatizzanti. E l’elenco potrebbe continuare all’infinito a conferma che nel corso della campagna elettorale non c’è stato buon senso, ma solo strumentalizzazione politica.
Nel caso il centrodestra non dovesse conquistare la maggioranza, invece, il buon senso sarà l’unica formula per affrontare il presente e il futuro. E ne sarà necessaria una dose massiccia per superare gli schematismi, le rigidità, gli egoismi e le ottusità che fino a ora hanno abbondato tra le diverse forze politiche in campo. La speranza che arrivi il buon senso è irrealizzabile? Allora non rimane che dare la maggioranza al centrodestra. Senza se e senza ma!
di Arturo Diaconale