giovedì 1 marzo 2018
È difficile verificare la fondatezza della notizia secondo cui i circa due milioni di immigrati di religione musulmana presenti in Italia siano orientati a votare per il Movimento 5 Stelle. Pare che qualche esponente dell’Ucoii abbia prospettato un’eventualità del genere. Ma non essendoci stata una presa di posizione ufficiale non è da escludere che la notizia sia stata frutto di una semplice iniziativa individuale.
Seria o fasulla che sia, però, la faccenda solleva comunque la questione del perché una comunità di immigrati di religione musulmana dovrebbe essere indirizzata a votare per il M5s. I grillini hanno una qualche linea politica sul problema dell’accoglienza e dell’immigrazione? Nient’affatto. Oscillano tra ingresso libero e respingimento forzoso a seconda delle circostanze e delle necessità contingenti, senza una qualche analisi del fenomeno e, soprattutto, senza una qualche proposta di soluzione del problema. Perché, allora, gli immigrati musulmani dovrebbero puntare sui Cinque Stelle se questi ultimi non si fanno carico in alcun modo della questione che essi rappresentano? La risposta all’interrogativo è semplice e inquietante allo stesso tempo. Il Movimento Cinque Stelle rappresenta la protesta contro il sistema e in quanto tale costituisce un richiamo per una comunità che nutre sentimenti di protesta nei confronti del Paese in cui sono stati accolti.
La parte inquietante della faccenda, però, è che la protesta serpeggia a dispetto della circostanza oggettiva che l’Italia è il Paese europeo che si è maggiormente prodigato in favore dell’accoglienza e impegna molte delle sue risorse per assicurare l’integrazione.
Ciò che è stato fatto, evidentemente, non basta. Ma, più probabilmente, ciò che è stato fatto è sbagliato. Al punto da alimentare l’ipotesi che una comunità di immigrati possa decidere di sostenere un partito anti-sistema invece che i partiti direttamente responsabili della politica dell’accoglienza e dell’integrazione.
Sarebbe bene che chi ha delle responsabilità in materia rifletta attentamente su questa singolare circostanza. A partire dalla Chiesa, che ancora una volta con il segretario della Cei, Nunzio Galantino, è scesa sul terreno della scontro elettorale prendendosela con quei partiti che compiono azione di sciacallaggio sul tema dell’immigrazione. Servono meno anatemi e più compostezza per correggere gli errori e per non trovarsi di fronte a fenomeni politici e sociali potenzialmente esplosivi!
di Arturo Diaconale