martedì 20 febbraio 2018
Molti acritici tifosi del Movimento 5 Stelle si lamentano dell’enfasi, a loro dire eccessiva, con la quale l’informazione nazionale sta trattando la tragicomica vicenda dei bonifici e degli scontrini fasulli, la quale sembra che stia interessando un numero crescente di portavoce grillini. Ma in realtà la questione, sebbene più simbolica che sostanziale sul piano delle cifre reali, colpisce uno dei principali cavalli di battaglia di questo partito sbucato dal nulla, ovvero la capacità dei suoi rappresentanti democraticamente eletti di redistribuire alla pancia del Paese, per così dire, le immense ricchezze che essi promettono da tempo.
In tal senso costoro, barando sui numeri sia per puro tornaconto personale e sia per crassa ignoranza, tagliandosi di qualche briciola i ricchi emolumenti parlamentari è come se volessero rendere del tutto credibile la incommensurabile panzana del cosiddetto reddito di cittadinanza. Una misura ovviamente impossibile da realizzare in un sistema come il nostro, afflitto proprio da un eccesso di redistribuzione, e che non costerebbe affatto 14 miliardi di euro, come Luigi Di Maio ha ribadito domenica scorsa nel programma di intrattenimento di Barbara D’Urso, bensì 6/7 volte tanto. A questo proposito, a beneficio di chi ancora non conosce l’efficacia delle calcolatrici tascabili, con 14 miliardi solo poco più di un milione di individui potrebbe raggiungere il Paradiso dei nullafacenti vagheggiato dal capo politico dei grillini, non certamente l’immensa platea a cui lo stesso si rivolge.
Sta di fatto, tornando allo spunto iniziale, che se cade il presupposto fasullo del taglio auto-inflitto dei propri stipendi, cade nel contempo la credibilità dei pentastellati dal lato delle loro comunque irrealizzabili promesse. Promesse le quali, evidentemente, si indirizzano essenzialmente a quella parte consistente di un Paese sempre più confuso che immagina la politica come un luogo in cui si producono enormi ricchezze e che, come raccontano Di Maio e soci, solo a causa della corruzione e dell’incapacità di chi ha finora governato non possono essere gettate dagli elicotteri a questo popolo credulone.
D’altro canto, solo una massa di veri sprovveduti potrebbe pensare che la manciata di milioni, 23 per la cronaca, che i parlamentari grillini hanno restituito al ministero delle Finanze possa avvalorare un programma economico basato su centinaia di miliardi di nuove spese. Con questo tipo di propaganda si può al massimo sperare di far volare gli asini, principalmente quelli a due zampe.
di Claudio Romiti