venerdì 26 gennaio 2018
La chiave di lettura prevalente nella vicenda della separazione del blog di Beppe Grillo da quello del Movimento Cinque Stelle si limita a parlare del contrasto personale tra il comico fondatore del movimento grillino e il figlio Davide dell’altro fondatore dello stesso movimento, Gianroberto Casaleggio. Questa chiave è la spiegazione più semplice, quella che colpisce maggiormente l’attenzione popolare ormai abituata a ridurre qualsiasi avvenimento a semplice personalismo.
Ma forse esiste una diversa ragione della separazione tra il blog di Grillo e il resto delle strutture comunicative e gestionali del Movimento Cinque Stelle. Una ragione in cui potrà figurare anche qualche scarsa simpatia personale tra il comico e il figlio dell’amico scomparso Gianroberto, ma in cui non possono assolutamente mancare le questioni di natura politica.
Grillo ha annunciato che separando il suo blog da quello del Movimento riprende la propria libertà d’azione. Una libertà che non è solo quella di tornare alla propria professione di comico, ma è anche e soprattutto quella di poter rivolgersi ai suoi affezionati seguaci e sostenitori senza i condizionamenti e i vincoli imposti dalla presenza di una forza politica ormai adulta, strutturata, inserita nel sistema politico nazionale e, probabilmente, destinata a risultare il partito più votato nelle prossime elezioni.
Grillo non vuole i condizionamenti e i vincoli. Il ché, però, non è solo una rivendicazione della propria libertà ma è anche una precisa scelta di natura politica. Perché avviene nel momento in cui il Movimento Cinque Stelle guidato da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio compie apertamente e fatalmente una scelta di tipo “governista” e decide di modificare la propria natura di forza antisistema d’opposizione in forza legittimata dal numero dei consensi ad assumere la guida del Paese.
Ma può Beppe Grillo che per alcuni decenni di seguito ha dato voce alla protesta, alla denuncia e alla contestazione trasformarsi nel padre nobile del Di Maio in doppiopetto che punta a salire al Quirinale per venire incaricato di formare il Governo come un qualche notabile democristiano della Prima Repubblica?
Grillo dunque sceglie il blog, libero di continuare a rimanere se stesso. Cioè continuare a rappresentare la protesta, la denuncia, la contestazione. In una parola, l’opposizione. Per il Movimento Cinque Stelle può essere un vantaggio. Ma anche l’inizio di una rovinosa lacerazione!
di Arturo Diaconale