Gli asini volanti di Matteo Renzi

lunedì 23 ottobre 2017


Ospite domenica scorsa del salotto di Lucia Annunziata, il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha rilanciato la linea dei bonus elettorali, confermando di voler far concorrenza ai populisti nostrani sul piano degli asini che volano.

Anziché valutare l’opportunità di presentarsi come stabile alternativa a chi vende catastrofi economico-finanziarie a scelta, basandosi su un ragionevole realismo della concretezza, l’ex premier si ostina a promettere pasti gratis a un popolo già ampiamente affetto da inguaribile assistenzialismo. L’ultima trovata di Renzi, anticipata in una lunga intervista rilasciata all’Avvenire e ribadita nel corso di “In mezz’ora in più” su Rai 3, si basa sull’ennesimo bonus di 80 euro al mese da elargire a tutti i minorenni italiani dei ceti più bassi, fino al compimento dei 18 anni.

“Abbiamo fatto poco per le famiglie. Dobbiamo fare di più. Mille euro netti all’anno per tutti i ragazzi under 18. Un bonus di ottanta euro al mese, una misura universale per i figli. La chiamerei la via italiana al quoziente familiare”.

Con queste parole, il genio incompreso della politica italiota ha perorato la sua stupefacente idea programmatica. E in merito all’inevitabile domanda posta dalla conduttrice circa le coperture di una spesa che secondo alcuni esperti si aggirerebbe intorno ai 10 miliardi di euro, Renzi ha rispolverato il solito tesoretto da dare in pasto ai creduloni di questo disgraziato Paese: la flessibilità da richiedere all’Europa. Senza mai spiegare con chiarezza che tale flessibilità non rappresenta un’entrata aggiuntiva direttamente proveniente da Bruxelles, bensì altri debiti da collocare sul groppone degli italiani, il nostro immagina di riportare il disavanzo pubblico sulla soglia, molto critica per noi, del 3 per cento annuo. Quando invece i prossimi scenari che si prospettano per il sistema più indebitato d’Europa, soprattutto dopo l’avvicendamento di Mario Draghi alla Banca centrale europea, consiglierebbero una certa prudenza sul piano della disciplina di bilancio, onde evitare che nel giro di poco tempo, secondo una lucida analisi dell’economista Mario Seminerio, si crei un effetto valanga sul nostro colossale debito sovrano. Effetto valanga caratterizzato da tassi d’interesse crescenti e innescato da una crisi di sfiducia dei mercati in merito alla capacità della nostra classe dirigente di adottare una linea rigorosa sul piano dei conti pubblici.

Oltre a ciò, pur comprendendo le ragioni elettoralistiche che alimentano la fervida immaginazione di Renzi, mi chiedo e chiedo a tutti coloro, praticamente tutti, che si contendono il Governo del Paese: quando mai potremmo tagliare di una sola unghia l’attuale, feroce tassazione, se si persevera nella linea scellerata di aumentare la spesa corrente? Caro Renzi, gettare nel pozzo senza fondo del voto di scambio altri miliardi sotto forma di bonus non è assolutamente compatibile con la sana intenzione di voler ridurre in modo strutturale la medesima tassazione. Il resto sono solo chiacchiere e propaganda.


di Claudio Romiti