Basta con la politica dei miracoli

mercoledì 3 maggio 2017


Matteo Renzi, rieletto come previsto alla carica di segretario del Partito Democratico, non perde occasione per affratellarsi politicamente con Emmanuel Macron, probabile futuro presidente francese. Ma a giudicare dalle ultime uscite pubbliche dei due personaggi, sembra esserci tra i due una differenza nell’approccio politico non di poco conto.

Mentre il nostro ex Presidente del Consiglio, nonostante una serie di batoste subite e di errori commessi, appare intenzionato a rilanciare la linea di una politica miracolistica, ad esempio promettendo a breve di elaborare una ideona per salvare Alitalia,  l’avversario di Marine Le Pen, in piena campagna elettorale, si è preso i fischi degli operai della Whirlpool di Amiens, in agitazione contro una prevista delocalizzazione in Polonia dell’azienda. “Non vi prometto cose impossibili, mi sono impegnato ad applicare duramente la legge. Non prendo l’impegno di nazionalizzare l’azienda, di salvarla coi soldi pubblici”. Così si è espresso Macron, evitando di raccontare favole e, di conseguenza, suscitando l’ovvia riprovazione degli stessi operai.

Un atteggiamento da statista responsabile che, in merito alla nostra decotta Alitalia, non ci risulta stia caratterizzando l’atteggiamento di Renzi. Quest’ultimo sembra che sullo spinoso argomento sia entrato in rotta di collisione con il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda reo, insieme al Tesoro, di non aver predisposto un’alternativa elettoralmente spendibile al fallimento. Da qui la strana retromarcia di Calenda il quale, dopo aver escluso qualsiasi tipo di intervento pubblico a lunga scadenza, ha dichiarato che “il fallimento di Alitalia sarebbe uno shock per il Paese”.

Una stupefacente presa di posizione giunta proprio all’indomani della schiacciante vittoria di Renzi alle primarie del Pd. Ora, quali che siano le vere intenzioni di Renzi a riguardo dell’ex compagnia aerea di bandiera, la sua ambigua posizione lo mantiene su quel pericoloso crinale politico in cui si ricerca il classico salvataggio di capra e cavoli con i quattrini del contribuente. Quattrini che nel pozzo senza fondo di Alitalia ne sono stati gettati fin troppi. E se Renzi ritiene di impostare una sua rinnovata linea europea di deficit-spending su l’asse Roma-Parigi, a mio avviso sbaglia di grosso.

Da quel che si sta manifestando nell’atteggiamento di fondo di Macron, quest’ultimo non sembra molto propenso a seguire il nostro fenomeno di Rignano sull’Arno sulla strada dei miracoli finanziati a debito.

 

 


di Claudio Romiti