domenica 18 dicembre 2016
Chi aveva pronosticato solo sei mesi di vita alla giunta di Virginia Raggi mai aveva pensato che la profezia si sarebbe realizzata. Invece sono bastati proprio sei mesi per certificare il totale fallimento del governo capitolino affidato alle mani inesperte ed incerte della giovane avvocatessa grillina.
Sarebbe però un grave errore scaricare le colpe di questo fallimento sulla sola sindaca. La Raggi ha sicuramente sbagliato nella scelta di collaboratori che, dopo essere risultati solo “chiacchierati”, si sono rivelati anche implicati fino al collo in quei rapporti illeciti con il mondo dei palazzinari romani la cui denuncia era stata uno dei cavalli di battaglia nella campagna elettorale romana del Movimento Cinque Stelle. E ha ancora di più sbagliato quando ha insistito testardamente nella difesa delle sue scelte. Da Paola Muraro a Raffaele Marra. Ma dato a Virginia ciò che è di Virginia, va denunciato con forza che a fallire non è stata solo la sindaca ma l’intero Movimento di Beppe Grillo. Si è detto più volte che Roma sarebbe stata il banco di prova della credibilità politica dei grillini, la cartina di tornasole della loro capacità di amministrare, l’occasione storica per dimostrare agli italiani di poter concorrere a governare l’intero Paese.
Ora il banco di prova ha messo in evidenza l’inaffidabilità del M5S, la cartina di tornasole la sua incapacità di governare e l’occasione storica si è trasformata nella dimostrazione lampante e drammatica che mettere il governo del Paese nelle mani di Beppe Grillo e compagni sarebbe una iattura irreparabile.
In sei mesi la giunta grillina e l’incredibile pletora di dirigenti di livello nazionale Cinque Stelle che si sono occupati delle vicende romane, dai rampanti Di Maio e Di Battista alle erinni Taverna e Lombardi fino agli stessi Grillo e Casaleggio, è riuscita ad offrire ai romani ed agli italiani uno spettacolo fatto di inerzia amministrativa e di devastante confusione politica, segnata da una conflittualità interna addirittura peggiore di quella tanto contestata dei partiti tradizionali.
Grazie a questo spettacolo la Capitale ha perso l’occasione delle Olimpiadi ed in cambio ha avuto solo l’aggravamento delle condizioni disperate in cui l’avevano lasciata le precedenti amministrazioni e la dimostrazione che una volta portati dall’opposizione al governo i grillini sono capaci solo a provocare disastri. Chi sosteneva che a Roma si sarebbe dovuto toccare il fondo prima di poter ripartire è stato accontentato. Il fondo è stato toccato. Ma per la ripartenza c’è ancora da aspettare!
di Arturo Diaconale