Il Titanic renziano verso il naufragio

giovedì 15 settembre 2016


Non posso che sottoscrivere in toto l’istruttivo commento del nostro direttore, titolato “Ottimismo renziano alla panna montata”, in cui sostanzialmente si pone la questione legata al grande circo degli illusionismi messo in piedi da Matteo Renzi & company. Un circo finalizzato in generale ad accrescere il proprio consenso nel Paese e nel contingente a far passare il referendum farlocco sul senaticchio della Repubblica.

Base principale della strategia renziana, così come mi sforzo di scrivere da tempo, è l’uso a dir poco disinvolto della spesa pubblica. Il tutto accompagnato da una martellante propaganda messa in atto da un impressionante schieramento di grancasse mediatiche ben allineate, tanto per riprendere il ragionamento di Arturo Diaconale.

Ora, se non ci limitassimo a farci cullare dal rassicurante suono dei numerosissimi svolinatori renziani, tenendoci ben ancorati ai rigorosi numeri, il colossale castello di carte su cui si regge la narrativa del sommo rottamatore cadrebbe al primo alito di vento. Ma dato che, soprattutto in una democrazia delle banane come la nostra, il consenso dei singoli si orienta sulla propria percezione personale, l’attuale Premier ha scientificamente scelto di indirizzare la sua ben nota politica di mance e mancette laddove si presuppone vi sia una maggior fedeltà elettorale. Pertanto, pubblico impiego, lavoro dipendente altamente sindacalizzato e pensioni continuano a suscitare la massima attenzione da parte dell’uomo che doveva cambiare l’Italia, l’Europa e financo il mondo intero sino all’ultimo bottone.

In estrema sintesi, il Paese sotto Renzi somiglia ad un immenso Titanic, in cui chi sta al timone ha ben compreso che senza una impopolare politica di sacrifici si andrà tutti a fondo. Tuttavia, in attesa dell’inevitabile naufragio, egli preferisce salvaguardare fino all’ultimo momento la prima classe dei garantiti, gettando a mare senza scrupoli la massa sempre più imbufalita dei cosiddetti invisibili, i quali continuano ad accrescere l’esercito degli astensionisti. Ma prima o poi il conto arriverà per tutti. Quando il nostro insostenibile sistema assistenziale e burocratico non potrà, euro o non euro, più essere finanziato da un’economia soffocata dalle tasse e dalle balle spaziali del Presidente del Consiglio, il parziale discredito che sta attualmente interessando questo giovanotto di belle speranze diventerà generale.

Caro Matteo Renzi, come disse un grande presidente americano, si possono ingannare alcuni per tutto il tempo e tutti per un po’ di tempo. Ma non si possono ingannare tutti per tutto il tempo.


di Claudio Romiti