La svolta copernicana di Virginia Raggi

martedì 13 settembre 2016


Dopo la crisi di credibilità che ha rischiato di travolgere gli onesti a Cinque Stelle che amministrano la Capitale, la sindaca Virginia Raggi ha deciso di imprimere una svolta senza precedenti alla sua azione politica. Ha scritto una lettera, postata anche sulla sua pagina Facebook, al ministro dell’Economia con l’intento di battere cassa. Di seguito il testo.

“Questa lettera l’ho inviata personalmente il 6 settembre 2016 al ministro Padoan, chiedendogli un incontro e l’immediata apertura di un tavolo interistituzionale ove presentare le soluzioni individuate da questa amministrazione per risolvere l’annosa questione del salario accessorio del personale non dirigente capitolino. Mi auguro che il Governo voglia unirsi al lavoro dell’amministrazione per dare finalmente una risposta ad un problema che si protrae ormai da troppi anni. Lo dobbiamo a tutto il personale non dirigente di Roma Capitale, alle loro competenze e alle professionalità, messe a disposizione di Roma e dei romani. Occorre avviare una nuova stagione contrattuale che restituisca dignità ai tanti lavoratori onesti penalizzati dalle vicende di Mafia Capitale. È il momento di dare una svolta!”.

Dunque, a leggere questo istruttivo documento, per il primo cittadino di Roma la madre di tutti i problemi romani non è legata al tema dei trasporti pubblici da Quarto Mondo, o a quello di una viabilità congestionata al livello di collasso, per non parlare della problematica dei rifiuti. Nulla di tutto questo. Il nodo gordiano da sciogliere, onde riallineare Roma con le più avanzate metropoli del mondo, passa attraverso il rifinanziamento del famigerato salario accessorio della sterminata pianta organica del Comune a Cinque Stelle. Un salario accessorio, che come oramai sanno anche i sassi, viene da sempre corrisposto a tutti i dipendenti ed a prescindere da ciò che essi hanno prodotto sul piano delle prestazioni lavorative.

Di fatto, al netto delle camionate di retorica e di demagogia, che sembrano ben presenti nel bagaglio della signora Raggi, trattasi di una delle tante forme di mancia elettorale, con cui tenersi stretto il voto di una categoria protetta ed ultra garantita la quale, al pari di molte altre, vive sotto l’enorme ombrello dei soldi pubblici. Soldi pubblici che, come si evince dalla delirante missiva della sindaca di Roma, sono nella piena disponibilità di una classe politica irresponsabile, di cui oramai anche i grillini fanno parte a pieno titolo, che sa solo utilizzarli per accrescere il proprio consenso.

Sotto questo profilo, la svolta invocata dalla Raggi non è poi così distante da quella che un cantastorie fiorentino rinnova ad ogni legge di stabilità. Sarà pura una svolta, ma puzza maledettamente di voto di scambio.


di Claudio Romiti