I no-global di destra

martedì 9 agosto 2016


L’amico Alessandro De Nicola, sul blog di “Repubblica.it”, espone un’interessante analisi sulla figura di Stefano Parisi, incaricato da Silvio Berlusconi di rilanciare Forza Italia, in contrasto con quella che egli definisce una vera e propria anomalia in Europa, ovvero l’alleanza tra centrodestra e destra populista. Scrive infatti De Nicola: “Il Belpaese è l’unico Paese europeo dove centrodestra e destra populista siano alleati. In Germania il nemico mortale di Alternative fur Deutschland è la Cdu di Angela Merkel; i Tories hanno fatto il pasticcio del referendum Brexit per arginare lo Ukip; in Francia l’odio tra il Fronte Nazionale e la destra repubblicana è proverbiale; in Olanda il capelluto Wilders si oppone al primo ministro liberale Rutte; in Austria l’Fpo è contrapposta ai democristiani dell’Ovp e ai liberali di Neos e persino in Polonia i populisti di Diritto e Giustizia al governo lo sono avendo scalzato i centristi di Piattaforma Civica”.

Ma è sul piano dei contenuti che l’articolo di De Nicola chiarisce in modo piuttosto istruttivo la citata anomalia. Superata la variabile destra/sinistra, secondo il nostro la contrapposizione che sta emergendo da tempo nelle nostre democrazie è quella global/no-global. “Succede infatti che – scrive De Nicola – pur non scorgendosi all’orizzonte pericoli totalitari, la falda divisoria della politica, come ha ben individuato l’Economist, è tra coloro che vogliono mantenere una società aperta alle merci, alle persone, ai capitali e alle idee e chi invece la vuole chiudere. All’interno degli schieramenti ci sono grandi differenze, come è ovvio. Tra gli aperturisti le difformità che esistevano nei vecchi schieramenti conservatori, socialisti e liberali, non sono scomparse. Ma nessuno di loro si metterebbe in testa, ad esempio, di discutere le quattro libertà fondamentali garantite dal Trattato di Roma”.

Ebbene, è proprio su questo piano che De Nicola inquadra la mission impossible di Parisi, chiamato a suo dire a ricostruire il partito di Berlusconi su base “liberal- popolare, atlantista, europeista e liberista, in netta contrapposizione con la Lega e Fratelli d’Italia. Partiti che, sempre secondo De Nicola, esprimono una linea nazionalista, velatamente xenofoba, spesso statalista, anti-europeista e filo-putiniana.

Ora, pur con qualche differenza, soprattutto per una maggiore attenzione sul controllo dei flussi migratori, mi trovo abbastanza in sintonia con quanto sostenuto dal presidente di “The Adam Smith Society”. Personalmente ho sempre ritenuto un grosso problema politico l’alleanza tra i cosiddetti moderati e i no-global di destra. Per questo non posso che condividere l’auspicio conclusivo espresso nel suo commento dallo stesso De Nicola sull’operazione Parisi: “Che egli riesca nel suo progetto, avendo per ora a disposizione quel che resta di Forza Italia ed essendo pur sempre esposto ai cambiamenti di umore dell’ex Cavaliere, è tutto da vedere: ma per chi preferisce un’Italia che, chiunque governi, rimanga saldamente ancorata all’Occidente e fedele ai princìpi liberaldemocratici, il suo esperimento merita grande attenzione”. Firmo e sottoscrivo.


di Claudio Romiti