Le foglie centriste di Alfano, Verdini, Zanetti

venerdì 5 agosto 2016


I parlamentari di Camera e Senato di Ala, la formazione di Denis Verdini, quelli del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e quelli di Scelta Civica di Enrico Zanetti si sono riuniti per dare vita ad un mega-comitato in favore del “Sì” al referendum sulla riforma costituzionale del prossimo autunno. Se la consultazione referendaria fosse di competenza del solo Parlamento, questo comitato, che raccoglie buona parte dei fuoriusciti dal Pdl e una larga fetta del vecchio gruppo di Mario Monti, sarebbe decisivo per la vittoria del fronte favorevole alla riforma costituzionale voluta da Matteo Renzi. Come ha rilevato Verdini, in politica contano i numeri. Ed è facile rilevare come questo comitato abbia una consistenza numerica estremamente ampia tanto da trasformare i suoi componenti nella forza determinante della stabilità del Governo Renzi nell’attuale legislatura.

Ma ai numeri parlamentari corrispondono numeri altrettanto rilevanti e determinanti nell’elettorato italiano? Alfano, lo stesso Verdini e Zanetti sono convinti che la risposta sia assolutamente positiva. E, forti di questa certezza, si apprestano a dare vita, quando i variegati umori all’interno delle rispettive formazioni lo consentiranno, ad una nuova forza politica di collocazione centrista che, dopo aver provocato con i propri numeri la vittoria dei “Sì” al referendum, diventi l’alleato indispensabile per un nuovo centrosinistra formato insieme con il Pd renziano depurato della sinistra più oltranzista.

Sulla carta il progetto non fa una grinza. Se i numeri popolari si rivelano proporzionali a quelli parlamentari, Alfano, Verdini e Zanetti si apprestano a resuscitare la vecchia Democrazia Cristiana ed a dare vita ad un asse politico centrista in grado di attrarre gran parte dell’area moderata oggi occupata da Forza Italia e diventare il perno attorno al quale far ruotare l’intera politica nazionale.

Ma i numeri popolari saranno proporzionali a quelli parlamentari? A fornire una risposta inequivocabile a questo interrogativo ci penserà il referendum autunnale. L’esito della consultazione sarà decisivo per la fattibilità del progetto centrista e per la stessa stabilità dell’attuale Esecutivo. Il recente risultato delle elezioni amministrative sembra indicare che non esiste alcuna proporzione tra il consenso parlamentare e quello popolare. Anzi, dalle amministrative è emerso che le diverse componenti centriste non solo non portano voti al Pd renziano, ma riescono addirittura a fargli perdere il consenso della sinistra tradizionale. Sarà così anche al referendum? Tutto è rinviato all’autunno. Stagione in cui cadono le foglie ingiallite dal tempo!


di Arturo Diaconale