martedì 10 maggio 2016
Secondo l’Ansa, la ministra Maria Elena Boschi, parlando a Desenzano sul Garda, ha dichiarato: “Sappiamo che parte della sinistra non voterà le riforme costituzionali e si porranno sullo stesso piano di CasaPound e noi con CasaPound non votiamo. Dobbiamo sfidare punto su punto le opposizioni. C’è la seconda parte della Costituzione che va rivista per andare a riempire pagine rimaste bianche. Spesso le opposizioni tentano di spostare la discussione su altri argomenti e lanciano fango”.
È proprio vero, la signorina Boschi con quella bocca può dire ciò che vuole. E, dicendo dicendo, svelarsi per quello che è. Dare, indiscriminatamente, del fascista agli oppositori costituisce un meschino riflesso pavloviano, a cui un ministro della Repubblica dovrebbe guardarsi dal cedere, per non confermarne i sospetti che tenta di fugare con gli insulti.
Per esempio, alla ministra più amata dagli italiani sembra sfuggire che lei ed il suo mentore primo ministro sono gli autori della inqualificabile legge elettorale, che loro chiamano “Italicum” e noi “renzino” come sinonimo di “ronzino”. Questa legge elettorale pone la signorina Boschi non già sullo “stesso piano di CasaPound”, bensì molto al di sotto. Infatti il “renzino” è peggiore della Legge Acerbo mediante la quale il primo ministro Benito Mussolini nel 1923 conquistò i 2/3 della Camera dei deputati, cioè il premio di maggioranza, rectius di minoranza, che quella legge assegnava alla lista (che fu chiamata, guardate un po’, “listone” o “lista nazionale”) con almeno un voto in più del 25 per cento dei voti validi. Grazie alla Legge Acerbo-Mussolini il duce del fascismo consolidò il regime.
Lungi da noi il sospetto che intendiamo insinuare un paragone, un parallelismo, una similitudine tra quella coppia del ventennio e la coppia Boschi-Renzi del triennio. Troppe e vistose le differenze! E lungi da noi altresì l’altro sospetto di voler prospettare il pericolo che la coppia del ventunesimo secolo possa allungare il triennio in ventennio. Troppe e vistose le differenze! Sta di fatto che il “renzino” firmato Boschi, anziché la meraviglia che, a sentire il vantone Renzi, tutti ci avrebbero copiato, costituisce una novità assoluta per le democrazie degne del nome. Infatti, contrariamente alla Legge Acerbo-Mussolini, non solo prevede un ballottaggio tra le prime due liste che non superano il 40 per cento dei voti validi al primo turno, ma non fissa né un quorum per partecipare al ballottaggio né un quorum per conseguire il premio, consistente nell’attribuzione comunque di 340 deputati, il 55 per cento della Camera (630-12 eletti all’estero), con la conseguenza aberrante logicamente e politicamente, nonché intrinsecamente fascista, di regalare alla lista che riceve il premio tanti più deputati quanti meno voti ha ottenuto. Una minoranza indeterminata di elettori che determina artatamente la maggioranza parlamentare (sic! sic!sic!).
In conclusione, alla signorina Boschi non consigliamo di reagire al fango con il fango, ma di togliersi la trave dai suoi begli occhi prima di lanciarlo contro vento.
di Pietro Di Muccio de Quattro