venerdì 22 aprile 2016
Le elezioni comunali a Roma stanno assumendo un significato politico che non riguarda più la questione se Silvio Berlusconi sia ancora o meno il leader del centrodestra o se debba lasciare lo scettro a Matteo Salvini. La vera posta in palio, visto che nel fronte moderato la partita per la leadership non si esaurirà con la campagna elettorale romana ma andrà avanti almeno fino a quando il Cavaliere non deciderà autonomamente di uscire di scena, è molto più alta. E riguarda il tipo di bipolarismo che si andrà delineando nel Paese dopo le amministrative ed in vista delle prossime elezioni politiche.
Da Milano arriva l’indicazione che la contrapposizione tradizionale tra centrodestra e centrosinistra è ancora in funzione. Il Movimento Cinque Stelle sembra fuori dai giochi ed al ballottaggio, seguendo lo schema vecchio bipolarismo, andranno sicuramente Stefano Parisi e Beppe Sala. Ma a Roma si gioca una partita diversa. Tutti i sondaggi indicano che la grillina Virginia Raggi è l’unica candidata sicura di arrivare al ballottaggio e questa circostanza rompe lo schema del bipolarismo tradizionale ed apre la prospettiva di una contrapposizione nuova, destinata a fornire un’indicazione valida non solo a livello romano ma soprattutto a livello nazionale.
Fino a quando il centrodestra non sarà in grado di ricompattarsi attorno ad un candidato in grado di arrivare alla competizione diretta con la Raggi, l’alternativa al Movimento Cinque Stelle sarà Roberto Giachetti. Nessuno è in grado di prevedere chi potrebbe mai spuntarla nella competizione diretta tra Raggi ed il candidato sindaco del Partito Democratico. Ma nel momento in cui il centrodestra scomparisse dalla scena, una nuova forma di bipolarismo si verrebbe a delineare, quello tra sinistra e Movimento Cinque Stelle. E l’elettorato moderato si dividerebbe tra astensione, confluenza nel Pd all’insegna del “turiamoci il naso” e sostegno ai “grillini” in nome della protesta contro lo strapotere renziano.
Ma a chi conviene maggiormente questa nuova forma di bipolarismo? La risposta è fin troppo semplice. La contrapposizione tra Renzi e Grillo attraverso Giachetti e Raggi conviene sicuramente al Premier. Perché lo mette in condizione di raccogliere senza sforzo alcuno quella parte di elettorato moderato che teme l’estremismo confusionario e senza prospettive del Movimento Cinque Stelle e di creare nei fatti e sotto la spinta del cosiddetto “voto utile” il Partito della Nazione. Di qui il sospetto che in fondo ai renziani convenga non la vittoria del proprio candidato a Roma, ma quella della candidata grillina. Con la Raggi in Campidoglio il bipolarismo Pd-M5S diventerebbe un modello nazionale favorendo la formazione del Partito della Nazione in tutto il Paese. Sarà per questo che il povero Giachetti può contare solo su se stesso e poco o nulla sul sostegno del suo partito?
di Arturo Diaconale