La palla egocentrica di Matteo Renzi

martedì 19 aprile 2016


Tutti i grandi leader sono egocentrici. Perché se non lo fossero non sarebbero mai diventati leader. Ma c’è egocentrismo ed egocentrismo. E quello di Matteo Renzi, come dimostra la sua reazione all’esito del referendum sulle trivelle, è decisamente inquietante. Non perché sia esagerato e decisamente sproporzionato rispetto ad un risultato referendario che ha riguardato una questione addirittura ridicola se rapportata ai problemi generali del Paese (se dare un termine o meno all’estrazione del gas e del petrolio da pozzi comunque in funzione). Ma perché riguarda un tratto che non dovrebbe mai comparire nell’egocentrismo di un leader che guida una nazione e che si prefigge di continuare a guidarla per i prossimi decenni grazie ad una riforma costituzionale ritagliata sulle sue personali e particolari esigenze di comando.

Questo tratto è l’infantilismo. Non quello del “fanciullino” di pascoliana memoria che spunta sempre e comunque in tutte le spersone ad ogni angolo della vita. Ma quello specifico dei bambini ancora lontani dalla maturità che pongono se stessi al centro dell’universo in maniera ossessivamente egoistica e che non accettano od ammettono di vedere contrastata in alcun modo la loro volontà ed i loro capricci.

Renzi è come il bambino che detta le regole del gioco perché considera suo il pallone e se qualcuno non le rispetta si riprende il pallone e se ne torna a casa facendo agli altri il dispetto di porre fine alla partita. Questo tratto può essere divertente se riguarda una star del cinema o della televisione o un qualsiasi altro personaggio dello spettacolo e dello sport. Ma è angosciante se è la caratteristica principale di un esponente politico che non si limita a porre se stesso al centro della vita pubblica del paese ma che si comporta come se la politica nazionale sia la palla di proprietà da mettere o togliere a seconda dei propri capricci di fanciullino prepotente.

Se fosse meno infantilmente egocentrico Matteo Renzi capirebbe che è un errore trasformare l’esito del referendum sulle trivelle in una sua clamorosa vittoria nei confronti dei “grillini” e degli avversari interni del Pd. La personalizzazione di oggi è solo il prodomo della personalizzazione ancora più grande del referendum sulla riforma della Costituzione. Che non è la sua palla personale, ma è lo schema di regole che fissa il campo e il modo in cui tutti i cittadini possono e debbono concorrere alla determinazione della politica nazionale. L’egocentrismo infantile fa brutti scherzi. Spinge a togliere la palla al capriccioso ed a mandarlo a casa tutto piangente.


di Arturo Diaconale