Renzi a Teheran tra affari e preoccupazioni

venerdì 15 aprile 2016


Nessuno dubita che la visita di Matteo Renzi in Iran sia stato un successo da un punto di vista commerciale. Da sempre l’Italia ha rapporti importanti con i vertici iraniani ed è del tutto normale che, finite le sanzioni, le nostra aziende compiano ogni sforzo per rientrare su un mercato aperto fin da tempi dello Scià. Alla vigilia e nel corso del viaggio molte voci si sono alzate in Italia per sollecitare il Premier a non occuparsi solo di questioni commerciali, ma di manifestare ai dirigenti di Teheran le preoccupazioni italiane per i diritti umani regolarmente calpestati dal regime khomeinista.

Queste sollecitazioni sono sacrosante. Ma non bastano. Perché l’Iran governato dai religiosi sciiti non è solo un esempio di teocrazia autoritaria che non rispetta i diritti dell’uomo, ma è anche una potenza regionale che nell’area mediorientale rappresenta un fattore di instabilità e di turbolenza in grado di determinare ripercussioni pesanti in tutto il bacino del Mediterraneo.

Il problema posto dall’Iran khomeinista non è rappresentato solo dalla sua sfida alle potenze sunnite, in particolare l’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Emirati del Golfo. E neppure il sostegno che da sempre ha dato alle organizzazioni sciite che in Libano ed in Siria combattono al fianco di Assad. Il problema maggiore è dato dalla sua determinazione nel portare avanti un progetto nucleare che presto o tardi potrebbe portare alla costruzione di un ordigno in grado di sconvolgere gli equilibri già fortemente instabili del Medio Oriente e dell’interno Mediterraneo.

Non si chiede a Renzi di fare ciò che non ha fatto Barack Obama che, a coronamento di una politica mediorientale pessima e devastante degli Stati Uniti, ha dato il via libera al disegno nucleare di Teheran. Ma non bisognerebbe mai dimenticare che è interesse dell’Italia disinnescare tutti i fattori di instabilità che possono scattare in un Levante per il nostro Paese sempre più incombente e vicino.

L’Iran con la bomba è un fantasma che va esorcizzato ad ogni costo. Perché può provocare il salto drammatico dalla guerra tradizionale ad una guerra nucleare in cui verrebbero coinvolte non solo Israele, l’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Emirati ma anche l’intera fascia meridionale del Mediterraneo, con ripercussioni devastanti per il nostro Paese. Gli affari sono importanti, ma impedire l’Apocalisse molto di più!


di Arturo Diaconale