Il referendum istituzionale e l’Italicum

venerdì 8 aprile 2016


Non è affatto irrealistica o strumentale la minaccia di Matteo Orfini di andare alle elezioni anticipate nel caso il referendum sulle riforme istituzionali dovesse essere negativo per il Governo. Il realismo impone di prevedere che in caso di bocciatura del provvedimento con cui il Premier ha voluto caratterizzare il suo mandato si debba obbligatoriamente andare di fronte al corpo elettorale e chiedere ai cittadini di indicare la strada più corretta democraticamente per il futuro. Ed anche se la minaccia delle elezioni anticipate può apparire una pressione per scongiurarle e per spingere alcune forze politiche a rinunciare all’antirenzismo in occasione del referendum, la prospettiva del voto all’inizio del 2017 appare come l’unica via d’uscita nel caso di una clamorosa sconfessione della politica di Matteo Renzi.

La sortita di Orfini pone, semmai, un altro tipo di problema. Può essere ancora l’Italicum il sistema elettorale con cui andare a votare il giorno in cui le riforme istituzionali di Renzi dovessero essere spazzate via dall’esito negativo del referendum?

La questione non è di poco conto. Perché la riforma elettorale nata dal Patto del Nazareno e realizzata dando per scontato che la realtà politica del Paese fosse sempre incentrata sul bipolarismo, non solo risulta inscindibilmente intrecciata con la riforma istituzionale, ma appare anche non più rispondente ad un quadro politico non più bipolare ma sempre più frantumato.

Votare con l’Italicum in caso di bocciatura del referendum, quindi, sarebbe una vera e propria forzatura. Ma come conciliare l’esigenza di andare subito al voto in caso di fallimento delle riforme renziane con l’inagibilità di una legge elettorale nata in una fase politica profondamente diversa da quella attuale?

Incominciare a riflettere su questo interrogativo diventa non solo necessario, ma addirittura indispensabile. Ripensare la legge elettorale è un’impresa complicata, difficile, piena di trappole e mine esplosive per chiunque intenda andare avanti lungo questa strada. Ma se si vuole evitare che dall’eventuale fallimento della riforma istituzionale si arrivi direttamente al fallimento dell’intero sistema politico non rimane che percorrerla!


di Arturo Diaconale